Le 7 Meraviglie, la recensione

Tragedie e passioni delle vicende umane si intrecciano alle storie delle 7 meraviglie del mondo antico in un suggestivo affresco tra storia e leggenda

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L’opera delle 7 Meraviglie si compone, com’è facile intuire, di 7 volumi che narrano altrettante storie ispirate alle meraviglie del mondo antico, di cui il primo albo edito da Star Comics raccoglie i primi due, dedicati alla Statua di Zeus e ai Giardini di Babilonia. I testi di ogni storia sono curati da Luca Blengino, mentre alle tavole si avvicenda un artista per ogni volume diverso: per le atmosfere greche della Statua di Zeus il compito di illustratore è affidato a Stefano Andreucci, mentre i colori esotici dell’antica Babilonia prendono vita grazie al tratto di Roberto Ali, che esordisce proprio con quest’opera.

Entrambe le storie presentate, seppur diverse sotto vari aspetti, presentano dei temi ricorrenti che, è lecito presumere, rimarranno costanti anche nei futuri capitoli dell’opera: la “Meraviglia” in questione fa da cornice, da sottofondo o da pretesto della storia in questione, ma la vicenda che viene narrata è incentrata su uno o più protagonisti i cui destini personali si intrecciano con quelli del monumento. È inoltre presente una forte componente storica: i riferimenti alle vicende storiche reali sono molteplici sia nella trama che nelle accuratissime tavole, al punto che in certi casi è lecito pensare ai racconti che ruotano attorno alle Meraviglie come dei plausibilissimi “what if…” perfettamente integrabili nel contesto storico antico a cui appartengono. Lo stesso vale anche per le atmosfere e i dialoghi, che riecheggiano quelli delle tragedie classiche. Graficamente, il tratto dei due disegnatori coinvolti, pur distinguendosi debitamente nel descrivere scenari e culture assai diversi come quelli greci e quelli babilonesi, conserva una continuità che accomuna entrambe le storie: illustrazioni di stampo classico, tratto dettagliato e realistico, colori soffusi e scenari imponenti e suggestivi, adatti al taglio e al tema dell’opera.

Entrando nel dettaglio, le due storie contenute in questo primo volume differiscono principalmente nella struttura. La prima è una storia corale, che vede i destini di vari personaggi intrecciarsi sotto lo sguardo imperscrutabile della statua di Zeus realizzata da Fidia: lottatori, nobili, artisti, congiurati, politici e amanti trovano trionfo, rivelazioni o rovina in un intrigo che coinvolge storie e figure diverse tra loro, mettendo in scena una storia che ha i temi e i sapori appunto delle antiche tragedie greche. La seconda invece è essenzialmente una storia individuale, incentrata su Hesediel, schiavo ebreo arruolato dal Re Nabucodonosor affinché si prenda cura dei suoi giardini pensili, e sulla sua sfortunata e impossibile storia d’amore.

Le due storie si distinguono anche nello stile e nelle atmosfere che seguono lo sviluppo degli eventi: le passioni crude, dirette e intense delle vicende dei giochi olimpici grechi cedono il passo a intrighi, complotti ed emozioni forse altrettanto intense, ma più sfumate e nascoste dietro i veli esotici del cerimoniale e degli intrighi di corte, cosa che fa ben sperare per i volumi futuri, auspicando che questa differenziazione culturale e tematica possa caratterizzare anche gli episodi futuri della serie.

Perché è anche vero che molti sono i temi portanti che accomunano entrambe le vicende: primo tra tutti, e ci pare di intuire che sarà forse il tema portante dell’opera, il contrasto tra la natura leggendaria, maestosa e ultraterrena delle meraviglie coinvolte e la natura umana nella sua accezione più cruda e animalesca, che spesso finisce per prendere il sopravvento senza mezzi termini sulle storie dei protagonisti, travolgendoli in un ineluttabile spirale di tradimenti, uccisioni, separazioni e addii. È una visione potente e un’intuizione vincente quella di mettere in scena la duplicità della natura umana, da un lato capace di creare le Meraviglie del titolo, opere che sfideranno i secoli e trascenderanno il reale fino a entrare nella leggenda, ma dall’altro condannata a portare alla rovina e alla distruzione i propri simili cedendo alle pulsioni più basse e crudeli, e questa giustapposizione da sola basta a rendere la lettura delle 7 Meraviglie una lettura interessante e appassionante.

Resta qualche dubbio su una potenziale ed eccessiva componente monotematica di questo messaggio portante: almeno a giudicare dalle due storie esplorate, questo tema promette di essere un caposaldo ineludibile anche dei racconti futuri, cosa che da un lato affascina, essendo un tema potente e avvincente, ma dall’altro potrebbe instaurare una certa ripetitività, specialmente quando ci si addentrerà nei capitoli successivi, in quanto le storie che si snodano attorno alle meraviglie sembrano lasciare ben poco spazio a potenziali variazioni sul tema introducendo momenti più leggeri o percorsi di lettura alternativi. Rischio che forse potrà essere ovviato sfruttando la sopracitata varietà delle culture e dei temi ancora da coinvolgere, che potrebbero bastare a variare gli schemi dei capitoli futuri quanto basta da evitare un’eccessiva sensazione di déja vu. In conclusione, per un giudizio finale sulle 7 Meraviglie sarà necessario attendere di conoscere l’opera completa, ma questo primo volume si distingue come un esordio potente, intenso e affascinante.

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