Layers of Fear, la recensione

Layers of Fear (2023) è una riproposizione dei primi due capitoli della serie, forte di diverse novità e di un'inedita cornice narrativa

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Nonostante siano in attività dal 2008, i ragazzi di Bloober Team hanno ricevuto la notorietà internazionale solamente nel 2016, all’uscita del primo Layers of Fear. Horror psicologico dalle tematiche molto forti e dalla narrativa estremamente matura, Layer of Fear è diventato un vero e proprio simbolo. Un’opera da prendere come riferimento per chiunque voglia cimentarsi nell’esplorare questo specifico genere videoludico. Tre anni dopo, i dev hanno immesso sul mercato un sequel di buona qualità, ma incapace di replicare l’atmosfera del primo, inimitabile, episodio. 

La carriera di Bloober Team a questo punto si spezza. Da un lato gli sviluppatori polacchi continuano a realizzare titolo horror di medie dimensioni, come Blair Witch e The Medium. Dall’altro investono forza e fatica in un gioco annunciato “recentemente” che potrebbe permettere alla software house di fare il grande salto: il remake di Silent Hill 2. Nel mezzo di tutto questi progetti puntati verso il futuro, il team di Cracovia ha sentito il bisogno di rallentare. Di tornare alle origini.

Ecco che quindi prende vita Layers of Fear, bizzarro ibrido tra reboot e remake in grado di unire i due episodi del franchise e i rispettivi DLC sotto un’unica bandiera. Nelle scorse settimane abbiamo passato le serate con la luce spenta e le cuffie nelle orecchie per vivere questa magnifica esperienza horror sviluppata in collaborazione con Anshar Studios. Siete curiosi di capire se le novità valgono il prezzo del biglietto?

STRATI DI FOLLIA

Come già accennato, Layers of Fear raccoglie quanto già visto nei primi due capitoli della serie. Gli sviluppatori hanno però ben pensato di inserire una narrazione aggiuntiva in grado di fare da collante agli eventi, dando vita a una sorta di Decamerone in salsa horror. Attraverso il personaggio della Scrittrice, una ragazza che si richiude in un faro abbandonato per tentare di superare un blocco creativo, rivivremo le storie con protagonisti un Pittore in preda alla follia e un Attore tormentato. Anche gli stessi racconti già visti in passato hanno qui subito un leggero ritocco, con scene aggiuntive e finali alternativi che migliorano la qualità della narrazione e rendono il franchise più uniforme.

Nonostante avessimo già giocato ai titoli originali, Layers of Fear è riuscito ancora una volta a fare breccia nel nostro cuore. La narrativa del titolo di Bloober Team è, infatti, il punto di forza dell’intera produzione. La cura con la quale sono scritti i vari documenti sparsi nel gioco, la regia onirica e la trama magnetica sono solo alcuni dei punti che hanno reso grande questa serie. Punti che in questo bizzarro reboot vengono amplificati, dando vita a una delle migliori esperienze horror presenti al momento sul mercato. Difficile rimanere indifferenti di fronte ad alcune tematiche, gestite con una sensibilità che dimostra una rara maestria. Non c’è alcun dubbio: Bloober Team è la software house perfetta per prendere in mano l’eredità di Silent Hill.

LA NARRATIVA AL PRIMO POSTO

Da un punto di vista ludico, Layer of Fear non offre nulla di particolarmente brillante. Il titolo si sviluppa in modo molto lineare, guidando il giocatore attraverso varie stanze a raccontandogli una storia. I pochi puzzle ambientali sono solo un contorno, ma che non riescono a far brillare il titolo per il suo gameplay. Non che ne abbia bisogno, comunque. È evidente, infatti, che gli sviluppatori volessero focalizzarsi sulla narrativa, lasciando tutto il resto in secondo piano. 

Per venire incontro ai giocatori, in questa nuova edizione troviamo anche una meccanica aggiuntiva. I vari protagonisti potranno utilizzare una speciale torcia in grado di rivelare dei messaggi nascosti e di rallentare l’avanzata dei nemici, capaci di ucciderci con un semplice tocco. Al di là di questa introduzione in puro stile Alan Wake, Layer of Fear rimane un’opera lenta e ponderata, distante dai canoni più action di altre saghe più celebri. Una scelta che ci sentiamo di elogiare, in quanto contraddistingue il franchise. Un franchise che punta tutto sulle atmosfere e sulle storie, infiltrandosi sottopelle e rimanendo avvinghiato al cuore di ogni amante dell’horror che si rispetti.

LA POTENZA DELL’UNREAL ENGINE 5

Questa nuova iterazione di Layers of Fear arriva sul mercato con un’importante novità: l’implementazione dell’Unireal Engine 5. Inutile dire che il risultato è semplicemente sensazionale. Se i personaggi ancora soffrono di qualche incertezza, lo stesso non si può dire degli ambienti, qui allo stato dell’arte. Che si tratti di una villa vittoriana, di una nave da crociera o di un faro abbandonato, ogni singola stanza trasmette realismo da tutti i pori. Un risultato straordinario, che non vediamo l’ora di veder applicato anche ad altre produzioni future, magari con un pizzico di interazione in più.

Ottimo anche il comparto sonoro, che vanta musiche drammatiche e un doppiaggio in inglese di altissimo livello. Una qualità che troviamo anche nella traduzione in italiano, che ci ha conquistato in più momenti e che dimostra una grande cura nell'adattamento. Abbiamo giocato a Layers of Fear su PlayStation 5, constatando una buona (ma non eccelsa) implementazione del DualSense e un ottimo lavoro sul comparto sonoro. Esattamente come consigliato dalle varie schermate che compaiono in alcuni momenti dell’avventura, l’ultima fatica di Bloober Team andrebbe assolutamente giocata indossando delle cuffie, in modo da godere del mai abbastanza elogiato audio spaziale.

Layers of Fear torna nel 2023 con una versione aggiornata sotto tutti i punti di vista, da quello narrativo a quello tecnologico. I capitoli originali sono qui snelliti e ripuliti, con la valida aggiunta di una storia extra che permette di godere al meglio dei vari racconti. Che abbiate già giocato ai vari episodi o meno, poco importa. Layers of Fear è il titolo perfetto per coloro che cercano un’opera fortemente narrativa e dalle tinte horror. Se cercate anche un gameplay rifinito e vario è probabile però che non troverete soddisfazione in questa "nuova" opera targata Bloober Team. Un’opera estremamente lineare, priva di grandi intuizioni ludiche, ma anche dannatamente affascinante. Un'opera esattamente in linea con i precedenti episodi della serie.

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