Lawmen - La storia di Bass Reeves: la recensione dei primi 3 episodi

Lawmen - La storia di Bass Reeves è un western vecchio stile che manca della teatralità propria dei prodotti di Sheridan

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È facile capire perché la storia di Bass Reeves, primo vicesceriffo nero a ovest del Mississippi, abbia affascinato Chad Feehan, ma soprattutto Taylor Sheridan, produttore esecutivo dello show, e perché Lawmen - La storia di Bass Reeves potrebbe potenzialmente diventare un'antologia dedicata a famosi uomini di legge che hanno scritto la storia dell'America, perché il personaggio interpretato da David Oyelowo è oggettivamente intrigante.

Andando a sbirciare la storia del dimenticato (dalla storia, ma non dal cinema e dalla TV) Bass Reeves, di cui non si hanno troppe notizie ufficiali e guardando i primi tre episodi di Lawmen - La storia di Bass Reeves, ci si rende conto di come i primi due, in particolare, siano per lo più introduttivi e fedeli alla vera storia del vicesceriffo che incontriamo, non a caso, proprio durante la Guerra di Secessione, nella quale era arruolato tra i confederati per aver accompagnato, in quanto schiavo, il suo allora padrone George Reeves (Shea Whigham).
Persino la ragione per cui Bass finirà per fuggire dalla schiavitù, a costo di un grande sacrificio, è frutto di quanto raccontato in uno dei pochi documenti che fanno riferimento al primo vicesceriffo nero della storia americana, così come è attendibile il periodo da lui trascorso dopo la fuga nei territori indiani, nei quali apprese alcune delle loro lingue e rimase fino al 1865, all'abolizione cioè della schiavitù, nonché il suo successivo incontro con il Giudice Federale Isaac Parker (Donald Sutherland), colui che lo nominò vice vicesceriffo per aver sentito parlare della sua abilità come pistolero e della sua conoscenza di alcune delle lingue dei nativi americani, che avrebbe agevolato il suo lavoro nei loro territori.

Una storia potenzialmente interessante, ma lenta

Potenzialmente, quindi, Lawmen - La storia di Bass Reeves ha tutto: una storia celebrata da cinema e TV, 40 anni di carriera nelle forze dell'ordine, come Deputy Mashall prima e persino come ufficiale del dipartimento di polizia del Muskogee, poi, quando l'Oklahoma divenne uno stato nel 1907 e l'attore ed il fascino indiscusso del protagonista.

David Oyelowo interpreta ottimamente Bass Reeves come un uomo pacato, non incline alla violenza, che userà solo quando portato alla disperazione o ritenuto strettamente necessario per la sua salvaguardia e quella della prima famosa guest star che appare nello show: un burbero Dennis Quaid che interpreta il ruolo del vicesceriffo Sherrill Lynn, nonché suo futuro collega. Il protagonista dello show è quindi un personaggio completamente positivo, umano e devoto alla moglie Jennie (Lauren E. Banks) dalla la quale, nella realtà, ebbe ben 11 figli, ma il tutto - almeno nei primi 3 episodi messi a disposizione della stampa - sembra essere sufficiente per gli autori, perché la serie manca dell'energia a cui siamo abituati quando si legge il nome di Sheridan legato ad un progetto e, nonostante lo show avrà l'indubbio merito di far conoscere al pubblico le imprese di un un uomo che merita di essere raccontato, lo fa con una lentezza ingiustificata, quasi sforzandosi a rendereBass Reeves un personaggio così probo ed onesto, da non aver saputo trovare altra chiave di lettura che la lentezza.

Un western vecchio stile

Come ogni western che si rispetti, ora che gli indiani d'America non possono più essere "i cattivi" della narrazione ed hanno ritrovato il loro giusto posto nella storia, almeno secondo la visione Hollywoodiana, c'è bisogno di un antagonista e Lawmen - La storia di Bass Reeves lo trova principalmente in Esau Pierce (Barry Pepper), un ex ufficiale confederato che incrocerà più volte il cammino del protagonista portando scompiglio nella sua vita e finendo per essere forse il personaggio più caricaturale della serie, ma anche il più vitale e divertente.

Nel complesso Lawmen - La storia di Bass Reeves è un western vecchio stile, di quelli da cavalcate solitarie verso il tramonto, in cui si è chiaramente deciso che l'eccezionalità della storia personale del protagonista non avesse bisogno di abbellimenti o esagerazioni ed in cui si è deciso di privilegiarne il lato più riflessivo, ma se vi aspettate da questa serie la teatralità propria di Sheridan, probabilmente rimarrete delusi, il che - a seconda delle circostanze - può essere visto come un pregio o un difetto. Se da una parte, infatti, Lawmen - La storia di Bass Reeves è una storia autentica e sincera, dall'altra è più intimista di quello che ci si aspetterebbe da un western, scelta che attribuisce allo show un ritmo quantomeno inusuale.

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