L'Attacco dei Giganti 21, la recensione

Abbiamo recensito per voi il ventunesimo numero di L'Attacco dei Giganti, edito da Planet Manga

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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L'attesa si è innescata con le prime immagini dell'85° episodio di L'Attacco dei Giganti che Kodansha ha rilasciato in Giappone lo scorso settembre sulla rivista Bessatsu Shonen Magazine. Da allora, i fan italiani dell'opera di Hajime Isayama non hanno potuto fare altro che pazientare fino a pochi giorni or sono, quando, grazie a Planet Manga, hanno infine scoperto il segreto sepolto nella cantina della casa di Eren Jaeger.

La riconquista del Wall Maria - caduto nelle mani del nemico all'inizio della saga - da parte dell'Armata Ricognitiva giunge qui al suo epilogo e porta a una vera e propria raffica di rivelazioni, a partire dalle origini di Zeke, il gigante bestia, colui che ha guidato Berthold, il gigante colossale e Reiner, il gigante corazzato, contro Eren e compagni.

Chi ricorderà le vicende di poco precedenti a quelle illustrate in questo 21° brossurato (che raccoglie i capitoli dall'83 all'86 del manga originale) sa che il piccolo brillante Armin è in fin di vita dopo un atto eroico e fondamentale per le sorti dello scontro. Anche Elvin Smith, comandante supremo della divisone militare a cui appartengono i protagonisti della storia, a seguito di una cavalcata suicida dimostratasi un'azione diversiva vincente, viene trascinato agonizzante ai piedi del caporalmaggiore Ravaille. Il “soldato più forte dell'umanità” ha in mano le loro vite, ma può salvarne una sola usando l'iniezione di cui è in possesso, che trasforma un essere umano - anche se in punto di morte - in un titano.

La parte più sconcertante per il prosieguo della serie giunge tuttavia nelle tavole di cui parlavamo in apertura e con le successive, che occupano la seconda metà del volumetto. Viene infatti svelata la verità sulla nascita dei giganti e le conseguenti guerre che ciò ha significato per il mondo intero nel corso dei secoli. Inoltre, si comincia a far luce sulle motivazioni che guidano la fazione di Zeke e sulle ragioni di coloro che si sono stretti intorno alla famiglia reale dei Reiss; sono loro i discendenti di Fritz Reiss, il responsabile - veniamo a sapere - delle costruzione delle mura ciclopiche dove finora si è svolta la vicenda. La sua casata è da sempre depositaria della Coordinata, ovvero del potere supremo del “gigante progenitore”, rubatogli da Grisha Jaeger, il padre di Eren.

La fantasia e la creatività visionaria di Isayama si scatenano come mai prima d'ora ne L'Attacco dei Giganti 21, albo che attesta all'autore una rara capacità narrativa. Il suo talento cristallino si manifesta in una sceneggiatura esplosiva, una regia travolgente, un tratto immediatamente riconoscibile e dotato di una personalità unica.

Il sensei soddisfa non poche delle curiosità alimentate durante il travolgente racconto, ormai giunto all'ottavo anno di vita editoriale, ma allo stesso tempo apre a nuovi imponderabili sviluppi, irrobustendo con decisione la componente fantasy. Facendo questo, il mangaka sfodera una logica e una complessità del soggetto che sono frutto di una solidità apparsa fin dall'inizio e che contribuiscono a fare di L'Attacco dei Giganti uno dei fumetti più avvincenti ed emozionanti del panorama internazionale, giustificando tutta la fortuna finora riscossa anche dalla eccellente trasposizione anime diretta da Tetsuro Araki, che ad aprile ha esordito in patria con la seconda stagione.

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