The Last Of Us 1x04, "Please Hold My Hand": la recensione

L'episodio che riporta The Last Of Us ai suoi fondamentali, camminare, sparare e parlare e lo fa a partire dalla grandezza di Bella Ramsay

Critico e giornalista cinematografico


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Spoiler Alert

La recensione di Please Hold My Hand, l'episodio 1x04 di The Last Of Us, disponibile su Sky e in streaming su NOW

Questo è The Last Of Us! Dopo l’episodio fuori stile e digressivo sull’amore tra Bill e Frank, la serie torna alla sua attività principale, cioè walking and talking and shooting. Quindici minuti iniziali di soli dialoghi attraverso le giornate di camminata, esplorazione e bivacco per introdurre le freddure che Ellie legge su una vecchia rivista umoristica e racconta a Joel senza che lui ne rida. Nel mentre si confessano, si raccontano, si conoscono. Finiti quei 15 minuti irrompe la trama attraverso l’azione all’interno della città, con una sparatoria in cui non solo vediamo le abilità di Joel (se ancora ce ne fosse bisogno) ma viene anche raccontato il coraggio di Ellie e la maniera in cui i due badano gli uni agli altri. 

Non c’è niente in The Last Of Us che non sia funzionale a qualcosa. La storia di Bill e Frank, nonostante tutto, era funzionale al racconto di un mondo in cui è impossibile avere fiducia negli altri e per amarsi bisogna isolarsi (che sarà utile alla fine della stagione), ora questi dialoghi iniziali sono utili ad un finale eccezionale, in cui una risata a lungo attesa e sperata certifica il passaggio ad un’altra fase del racconto, quella in cui tra Ellie e Joel c’è un legame vero. La tenerezza scoppia tutta insieme senza bisogno di clamorosi discorsi accorati ma attraverso una battuta sulla diarrea.

È qui che vediamo per la prima volta in evidenza tutto il range emotivo di cui è capace Bella Ramsay. Non era difficile rendersi conto di quanto fosse brava anche con quel piglio accigliato fisso che aveva in Il trono di spade, perché con quell’unica espressione riusciva a fare tantissimo, aveva la potenza di una regnante nonostante la differenza fisica con tutti gli altri, riusciva ad esprimere una statura mentale e intellettuale superiore a tutti anche solo con pochissime battute. Aveva creato un personaggio memorabile del quale si desiderava sapere tutto con pochissime battute. Qui invece con molto più tempo e più battute passa dalla durezza alla simpatia con grande facilità. Con lei Ellie è molto più insopportabile di quanto non fosse nel videogioco quando deve essere insopportabile, ed è molto più simpatica di quando non lo fosse nel videogioco quando deve. Ha di fatto ampliato il range del personaggio e al tempo stesso lo ha reso più convincente.

Ancora di più se in Il trono di spade Bella Ramsay doveva rendere un’età diversa dalla propria, doveva essere una bambina con la forza, il carattere e la testa di un adulto, qui deve fare il contrario, deve rendere esattamente la propria età. Molto del punto del rapporto tra Joel ed Ellie sta nel fatto che sono come un padre e una figlia nonostante non lo siano. Perché ci appaiano tali devono somigliare a quelle figure. Pedro Pascal deve guadagnare piano piano il tono paternale, mentre lei da subito deve essere il magnete che lo attira, deve cioè essere così tanto una quattordicenne da ricordargli la figlia e quindi deve ricordarlo anche al pubblico. Deve essere la quintessenza delle quattordicenni. Essere più una figlia prima ancora di essere una persona.

In questa puntata la vediamo veramente al lavoro, tutti quei dialoghi, la capacità di mettersi nei guai ma anche la capacità di uscirne, il continuo buonumore, la vivacità e il dinamismo rispetto al più stanco e statico padre surrogato. Tutto funziona così bene che quando i due prendono sonno ridendo nella tragedia dell’assedio è credibile. Non sembra più una forzatura stare così in quel momento e quella situazione perché ci siamo arrivati a capire come lentamente possa maturare un sentimento, partendo dai pretesti più quotidiani come il continuo tirar fuori freddure da quattro soldi. 

Intorno a loro intanto prende forma il terzo fronte, dopo quello di Ellie e Joel e dei contaminati, quello degli uomini. Prende forma diversamente dal gioco perché, c’è già in mente la storia del secondo capitolo, vengono qui gettate delle basi molto più solide per una continuità con quello che poi vedremo nella stagione successiva. C’è un capo dei cattivi molto più deciso e carismatico, i suoi sgherri e tutta un’aria da dittatura militare che è anch’essa funzionale a mostrare come l’uomo dia il peggio e non il meglio di sé nei momenti difficili.

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