The Last Man on Earth 1x01 "Alive in Tucson": la recensione

Il pilot di The Last Man on Earth, la serie prodotta da Phil Lord e Chris Miller, convince a metà

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Spoiler Alert
Campi lunghi su una serie comedy da quaranta minuti in cui per metà della première seguiamo un solo personaggio. E tutto questo sulla Fox! In molti l'hanno sottolineato parlando di The Last Man on Earth, e probabilmente è giusto partire da questo: è un prodotto davvero originale. Il resto delle considerazioni verrà dopo, e non tutte saranno positive, ma va dato atto a Will Forte, co-ideatore e protagonista della serie, di aver portato avanti un'idea davvero particolare. Quando poi alla produzione e alla regia della première troviamo gli indivisibili Phil Lord e Chris Miller (The Lego Movie, Piovono polpette) allora la curiosità è completa.

Come da titolo, Phil Miller – indovinate da dove nasce il nome – è l'ultimo uomo sulla Terra nel 2022. O almeno crede di esserlo dopo che una calamità ha spazzato via la civiltà e, nonostante il suo scorrazzare in camper per gli Stati Uniti, non è riuscito a trovare nessun'altro. Lo seguiamo così per i primi venti minuti del pilot, intitolato "Alive in Tucson", nella sua grottesca disperazione che lo porta ad attraversare varie fasi. Ecco quindi la ricerca infruttuosa, a cui segue l'anarchia sociale (camminare in mutande per strada, sparare alle vetrine, riempire una piscina di alcol), cui subentra la pazzia (disegnare facce sugli oggetti e parlarci come in Cast Away) e infine la solitudine, con un tentativo di suicidio. Ecco quindi la svolta.

Prima di parlarne tuttavia, vale la pena sottolineare la vena distruttiva e originale contenuta in questi venti minuti. Ottimo Will Forte nel tenere la scena, e ottimi Lord e Miller e sostenere l'attenzione. La scrittura, così silenziosa, ma così efficace, costruisce una progressione evidente, un'escalation che non può far altro che giungere all'epilogo autodistruttivo nel quale troviamo il protagonista a metà dalla puntata. È una comedy, ma è soprattutto un piccolo esperimento che non si vede spesso su un canale broadcast, e che va apprezzato. In questo Wall-E con gli umani, Phil trova la sua Eve nel momento più inatteso. Una bellissima donna interpretata da Alexandra Daddario, ansiosa di cantare Ghostbusters con lui e di saltargli addosso. Fine...

... almeno fino al brusco risveglio, quando Phil si trova di fronte la meno accomodante, e avvenente, Carol Pilbasian (Kristen Schaal). Difficile dire se, con i suoi dieci episodi a disposizione, e le new entry già note (vedremo January Jones più avanti) la serie si rinnoverà in continuazione, o rimarrà una semplice variazione sul canovaccio del resto dell'episodio. Sta di fatto che l'equilibrio, di scrittura, di comicità, di storia, cambia radicalmente dopo l'ingresso in scena di Carol. Personaggio che sembra non aver ben recepito la fine della civiltà e di tutte le sue regole, e che assurdamente si ostina a correggere la grammatica di Phil, a chiedergli di cercare un parcheggio adeguato e altre follie estenuanti del genere. Uno scenario da "Cercasi amore per la fine del mondo" in cui la fine è già arrivata e di amore, al momento, se ne vede davvero poco.

Se le premesse sono assurde, il risultato lo è altrettanto. La curiosità nella prima parte del pilot – che comunque già mostrava la corda e non poteva durare molto di più – lascia il posto a dinamiche ripetitive e non molto divertenti (assurdo come il ritmo con due persone in scena sia più lento rispetto a quando ce n'era una). La formula potrebbe stancare ben presto e, anche se con ottimi interpreti, il gioco dei contrasti si rivelerà un vicolo cieco se non subentrerà nulla di più interessante.

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