The Last Man on Earth 1x01 "Alive in Tucson": la recensione
Il pilot di The Last Man on Earth, la serie prodotta da Phil Lord e Chris Miller, convince a metà
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Come da titolo, Phil Miller – indovinate da dove nasce il nome – è l'ultimo uomo sulla Terra nel 2022. O almeno crede di esserlo dopo che una calamità ha spazzato via la civiltà e, nonostante il suo scorrazzare in camper per gli Stati Uniti, non è riuscito a trovare nessun'altro. Lo seguiamo così per i primi venti minuti del pilot, intitolato "Alive in Tucson", nella sua grottesca disperazione che lo porta ad attraversare varie fasi. Ecco quindi la ricerca infruttuosa, a cui segue l'anarchia sociale (camminare in mutande per strada, sparare alle vetrine, riempire una piscina di alcol), cui subentra la pazzia (disegnare facce sugli oggetti e parlarci come in Cast Away) e infine la solitudine, con un tentativo di suicidio. Ecco quindi la svolta.
... almeno fino al brusco risveglio, quando Phil si trova di fronte la meno accomodante, e avvenente, Carol Pilbasian (Kristen Schaal). Difficile dire se, con i suoi dieci episodi a disposizione, e le new entry già note (vedremo January Jones più avanti) la serie si rinnoverà in continuazione, o rimarrà una semplice variazione sul canovaccio del resto dell'episodio. Sta di fatto che l'equilibrio, di scrittura, di comicità, di storia, cambia radicalmente dopo l'ingresso in scena di Carol. Personaggio che sembra non aver ben recepito la fine della civiltà e di tutte le sue regole, e che assurdamente si ostina a correggere la grammatica di Phil, a chiedergli di cercare un parcheggio adeguato e altre follie estenuanti del genere. Uno scenario da "Cercasi amore per la fine del mondo" in cui la fine è già arrivata e di amore, al momento, se ne vede davvero poco.