Lasciali parlare, la recensione
Lasciali parlare è un film straordinariamente affascinante, che agganciandoci con la forza della parola ci porta in territori intellegibili
Steven Soderbergh ha sempre chiaro questo punto ed è proprio trasformando il prospettivismo tematico di una comunicazione imperfetta in uno formale - lavorando su punti di vista multipli, sulle aspettative sul fuoricampo, raccontando i personaggi attraverso piccoli indizi - che costruisce il suo raffinato gioco di frammenti e illusioni. Soderbergh, controcorrente rispetto alla sua stessa filmografia, non fa esplodere la storia ma la trattiene, non lavora per chiarire ma per instillare dubbi e ambiguità; ti illude che l’obiettivo sia ricostruire ciò che si vede per arrivare a capire la trama, mentre in verità il film vuole solo metterti nella posizione di cogliere quanto non esista una verità unica ma sia necessario accettare con serenità il relativismo.
In un turbinio di dialoghi, rivelazioni e non detti, Lasciali parlare riesce a mantenere sempre alta l’attenzione, tra gli intermezzi musicati da Thomas Newman e le pause di sospensione in cui, semplicemente, si contempla la vita che scorre sulla nave. Soderbergh lavora sulle prospettive e ci comunica l’isolamento osservando singolarmente i personaggi mentre dialogano: alienandoli nello spazio, tenendo fuori campo gli interlocutori, guardando gli attori spesso dal basso. Quando li unisce nella stessa inquadratura, lo fa da prospettive deformanti (col grandangolo) o ponendoli ai limiti del quadro (schiacciati in basso, con tantissima “aria” sopra la testa).
Alice, il suo libro, la sua vita, la sua interiorità, sono quindi un mistero e tali resteranno: la struttura è allora un inganno, la frammentarietà (dei dialoghi, della storia) non restituirà mai un quadro completo della realtà. Nemmeno se ci si sforza. In questo senso Lasciali parlare è un film straordinariamente affascinante, che agganciandoci con la forza della parola ci porta in territori intellegibili: dove non esistono risposte, dove la memoria si confonde con il sogno.
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