L'Anello dei Signori, la recensione

Abbiamo recensito per voi L'Anello dei Signori, parodia de Il Signore degli Anelli realizzata da Carlo Cid Lauro e Roberto Megna

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Cosa sarebbe successo se Frego e Slim, due Hobbit della Contrada, una volta giunti sul Monte Farto e dopo aver eluso l'ultimo assalto di Accollum all'Anello Magico, non avessero distrutto il potente artefatto ma - per pura coincidenza - l'avessero consegnato a due cialtroni, fannulloni e inetti pieni di debiti? E cosa accadrebbe se la missione di distruggere un arma così potente dovesse ora essere portata a compimento da un (molto poco) dinamico duo composto da degli gnorrit della Terra del Dito di Mezzo? Le risposte ne L'Anello dei Signori, nuovo irriverente capitolo dell'epopea di Dick & Cok firmata da Carlo Cid Lauro e Roberto Megna.

I nostri improbabili eroi partono alla ricerca di un acquirente per l'Anello Magico, così da ripagare i debiti contratti con una banda di Orghetti, e in quest'avventura sono accompagnati dallo stregone Mago e dall'impavido cavaliere Jon Sgomento, ai quali si uniscono in seguito l'elfo dei boschi Bob Cappuccio e il nano Tyrchion Ballister. La compagnia deve sfuggire ai Nazigul, cavaliere nazisti al servizio del potente stregone Settemamauman e fedeli a Nasauron, il Naso della Torre di Mortorior.

L'Anello dei Signori si presenta come una parodia fantasy che partendo dall'evidente richiamo a Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien ingloba ulteriori richiami a saghe come Il Trono di Spade e Harry Potter; ma in questo irriverente gioco letterario, Lauro e Megna non si limitano esclusivamente a dissacrare - portando all'assurdo dei miti assunti a simboli di rettitudine, lealtà e coraggio - ma provano anche a ribaltare l'immagine che il lettore ha di loro.

A partire dal titolo del fumetto, ogni personaggio, luogo o riferimento subisce un'operazione di capovolgimento che, pur sortendo lo stesso effetto parodico, permette di ampliare lo spettro d'azione dei nostri e rifuggire da schemi già utilizzati in precedenza. Non va dimenticato che Leo Ortolani ha già prodotto una parodia dei film di Peter Jackson (Il Signore dei Ratti, omaggiata all'interno del volume) e gli autori, ben consapevoli, se ne tengono alla larga provando a demolire la mitologia fantasy seguendo un'altra strada. Dick & Cok, pur restando fedeli alla loro natura, rivivono in questa nuova ambientazione che convince per la qualità della scrittura e per l'indubbia conoscenza delle fonti, elementi alla base di ogni parodia che si rispetti.

L'Anello dei Signori non è un capolavoro, va detto: nonostante la buona volontà degli autori, alcuni passaggi risultano forzati, determinate sequenze poco ispirate e in generale l'opera risente di un'eccessiva lunghezza che va a inficiare il risultato finale.

Bella, invece, la prova dello stesso Lauro alle matite, con il suo tratto cartoonesco noto a chi segue sul web le strisce dei due Gnorrit. Non solo il testo, ma anche le tavole realizzate traboccano di riferimenti alle opere sopracitate, dimostrando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la capacità degli autori di demolire con cognizione di causa, colpendo i personaggi nella loro stessa caratterizzazione: ad esempio, nell'opera primigenia tutti ricordiamo il personaggio di Aragon per la sue doti eroiche e per la sua oratoria motivazionale; bene, andate a leggere i discorsi della sua controparte cartacea e resterete piegati in due dalle risate. Questo aspetto rappresenta il punto di forza del volume, la chiave dissacrante e iconoclasta che soddisfa gli amanti del genere - sia parodico che fantasy - una chiave "colta" (non ce ne vogliano Lauro e Megna) e consapevole che regala momenti di divertimento assoluto.

In un periodo in cui strisce (e volumi) attirano con un dubbio umorismo non sense, l'attenta ricerca della battuta a effetto e l'accurato lavoro di due buontemponi, quali Lauro e Megna, si fa notare con piacere e con merito, regalandoci una lettura piacevole, scorrevole, di puro intrattenimento che, oltre a rimarcare l'ascesa di un genere letterario che ha vissuto per tanti decenni nell'ombra, ci fa guardare ai vari Frodo, Gandalf e Aragon con occhio sicuramente diverso. Dedicato a tutti quelli che vogliono ridere in modo intelligente.

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