Land of Bad, la recensione
Land of Bad omaggia e aggiorna il miglior cinema di guerra degli anni '80, regalando a Liam Hemsworth la performance della vita
La recensione di Land of Bad, il nuovo film diretto da William Eubank, in streaming su Amazon Prime Video dal 16 febbraio.
Un soldatino imberbe, esperto di droni e radiocomunicazioni ma non di azione sul campo, viene co-optato in una missione ad alto rischio. Una squadra di veterani armati fino ai denti deve recuperare un agente disperso da qualche parte nelle giungle dell’Asia meridionale. L’utilità del nostro protagonista consiste nel suo essere in collegamento con l’aeronautica, dove un capitano (Russell Crowe) è pronto a fornire supporto aereo e missili. Ma che succede se la tecnologia fallisce? Lo scopriamo quando un guasto lascia Hemsworth da solo in territorio ostile, costretto a cavarsela con le sue forze mentre Crowe cerca di ristabilire i contatti.
C’è qualcosa di inerentemente politico, oggi come allora, in questo ritorno al selvaggio. I termini sono sempre quelli: critica alla violenza animale della guerra? O richiamo tribale alla sopraffazione militare e imperialista? Land of Bad affascina anche per il modo in cui queste alternative convivono ambiguamente. C’è sicuramente un lato di “supporto alle truppe”, affidato al personaggio del gigionissimo Russell Crowe. Ma c’è anche, volendo, l’idea di ricongiungere il nostro sguardo alla realtà brutale della guerra, che l’iper-tecnologizzazione rende sempre più remota. Al di là di tutto e nonostante qualche sbavatura, Land of Bad è uno dei migliori film d’azione americani visti di recente, solido, immersivo e capace di rilanciare continuamente la tensione.