L'Amore Secondo Isabelle, la recensione

Determinato a provare una tesi, L'Amore Secondo Isabelle è pura autoindulgenza messa in film

Critico e giornalista cinematografico


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Isabelle è una donna con una relazione finita male alle spalle e una vita indipendente davanti a sé, una che nonostante non sia più una ragazza cerca lo stesso un amore con il medesimo ardore e la medesima vicinanza ai sentimenti di un’adolescente, una che insomma non si rassegna al tramonto della passionalità ma che coltiva l’arte, l’amicizia, gli amori e le pulsioni sessuali senza pensare all’età. Vivrà storie diverse con uomini diversi tra disastri e forse soluzioni positive.

Il problema di L’Amore Secondo Isabelle è che pretende di conoscere ed esplorare l’altro sesso mostrando soltanto come questo si relazioni alla protagonista. Gli uomini visti da questo film di Claire Denis sono una carrellata di stereotipi a cui non è mai concesso il beneficio della profondità o di una complessità che li renda vivi. Andrebbe anche bene se il film volesse raccontare solo la sua protagonista, ma dal momento che è così vago anche su quel fronte, dal momento in cui preferisce mettere in scena la sua condizione di donna matura ancora in cerca di sentimenti e storie d’amore, allora sarebbe indispensabile che entrambe le parti di queste storie fossero significative. E serve a poco che Juliette Binoche riesca, in questo mare di approssimativa indulgenza, a ritagliarsi dei momenti di grande onestà sentimentale.

Questo racconto purtroppo sa anche troppo bene da che parte stare e si concentra molto a parole per sminuire gli uomini ed esaltare la protagonista, la sua libertà, la sua audacia, il suo spirito incrollabile. Lei infatti è guardata con un’indulgenza in cui non c’è mai dell’ironia oppure un affetto tale da conquistare come avviene ad esempio nei film di Pedro Almodovar, in cui il punto di vista adottato è sempre il più vicino alla protagonista, a prescindere, ma in cui non c’è la pretesa di fare un resoconto realistico della vita moderna ma più un’esaltazione fumettosa. Invece Claire Denis non guarda Isabelle come un oggetto del suo affetto ma come uno specchio di sé.
C’è in questo film infatti quella naturale vanità di chi pensa effettivamente di mettere in scena fatti e personaggi per come li si può trovare nella realtà, piegando la stessa dal proprio verso.

Una scena finale con Gerard Depardieu medium si rivelerà molto migliore di tutto il resto del film messo insieme.

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