L’amica geniale 3 – Storia di chi fugge e chi resta, recensione degli episodi 5 e 6

Ci sono due pranzi di segno molto diversi (e messi in scena diversamente) che raccontano la trasformazione di Lenù nei nuovi episodi della serie L'amica geniale

Critico e giornalista cinematografico


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Spoiler Alert
La recensione delle puntate 5 e 6 della terza stagione di L’amica geniale – Storia di chi fugge e chi resta

L’inizio della quinta puntata (la prima del dittico) mostra esattamente quel che è cambiato nell’adattamento dei romanzi di Elena Ferrante in questa nuova stagione. È un attacco di forza, a strappo, che parte con il silenzio delle strade di notte e un’esplosione improvvisa che segna anche la partenza di un brano musicale (Nessuno di Mina). Questo starter innesca un montaggio di due situazioni affiancate che hanno il medesimo ritmo caotico: Elena ad una manifestazione femminista, un farmacista ucciso a colpi di pistola.

Costume, cronaca e ideali si uniscono grazie al montaggio

Questa è esattamente la lingua per immagini del cinema italiano quando si tratta di raccontare gli anni ‘70. Quella in un certo senso cristallizzata da La meglio gioventù ma che viene da lontano e ha molti epigoni. È il costume (il brano di Mina), la cronaca (gli omicidi) e gli ideali (la manifestazione femminista) uniti dal montaggio in una maniera che ne suggerisce il continuo sovrapporsi fino a che è difficile distinguere dove inizia uno e finisce l’altro. È il filtro della memoria che confonde i ricordi, ed è molto ruffiano.
In fondo non è totalmente fuori dalla logica usare quel tipo di filtro per L’amica geniale, che è una storia in flashback, con una voce narrante nel presente che rievoca il passato. Il problema è che per tanti versi la serie è un racconto su temi convenzionali (amori, conflitti, famiglia, storia italiana), portato in maniere rivoluzionarie (con il fine di raccontare la battaglia di una donna per vivere una vita intellettuale), e che venga adattato con una lingua per immagini invece per molti versi convenzionale ne sminuisce la portata.

La musica d’epoca sarà una costante del quinto episodio, usata in più di un’occasione per rompere la messa in scena più sobria impostata fino ad ora, lungo un episodio parzialmente balneare che ha il suo apice nella tensione portata da una visita casalinga. È un momento molto ben recitato e messo in scena, in cui uno scontro dialettico in realtà è scontro di corpi che recitano, che dominano altri, composizione di inquadrature, sguardi incrociati, silenzi e andirivieni da una stanza all’altra. Certo sembra che il regista Daniele Luchetti si concentri molto sulla componente delle dinamiche di potere e un po’ lasci da parte invece come tutto questo sia figlio di cambiamenti dentro Lenù, cosa volessero gli ospiti, cosa Lenù tema, come influisca nel suo processo di consapevolezza del proprio mutamento.

amica geniale 3 lila lenù

Un invito che cambia la vita di Lenù

Proprio tutto quello che non avverrà invece in un altro invito a pranzo, quello a casa dei Solara che domina la sesta, eccezionale, puntata. Finalmente la messa in scena di Luchetti, la sua maniera di curare bene i rapporti familiari (un merito indubbio è sapere come non lasciare mai fuori dall’equazione la presenza dei bambini, il loro sguardo e l’impressione che quello che guardano abbia un’influenza su di loro) paga. Lenù viene incastrata e in una visita al Rione per parlare con sua sorella Elisa, fidanzata con Marcello Solara, finisce prima in un pranzo con i Solara e Lila e poi ospite a casa loro suo malgrado. È uno dei momenti migliori di tutta la stagione, una puntata madre in cui viene al pettine un nodo cruciale: non tanto l’idealismo dei grandi valori, ma l’idealismo della vita personale.

Lenù ha sempre saputo che la sua famiglia non condivide la sua medesima opposizione a quello che i Solara rappresentano. Ha sempre saputo che sono più opportunisti di lei, ma vedere che tutto ciò che per lei è stato motivo di scontro viene invece accettato nella sorella proprio perché sta con un Solara, cioè che non solo la cosa è accettata ma motivo di felicità e vanto, è durissimo. Come lo è vedere che anche Lila si è fatta comprare (letteralmente) da Michele Solara, per il benessere. Lenù lo pensa da una posizione privilegiata (lei il benessere ce l’ha e non deve fare sacrifici per raggiungerlo) nondimeno si trova di fronte ad una cesura insanabile (come se ne servissero altre) con il suo mondo di provenienza. Ma non solo, in quel terribile pranzo c’è anche l’odio di Gelsomina e la maniera in cui viene tollerato e normalizzato all’interno di un nucleo che lo vuole reprimere, proprio trascurandolo. Una figura tragica.

amica geniale 3 bambino lenù

Il rapporto tra Lila e Lenù centrale anche nella stagione 3 della serie L'amica geniale

Sarebbe però sbagliato non leggere tutto attraverso la lente della trasformazione del rapporto con Lila. Lenù per due stagioni l’ha vista come un modello. Sempre e comunque. Mentre ora comincia a rifiutarlo.
Come mostra anche l’incubo di Lenù (non eccezionale, di nuovo), Lila è una creatura quasi di fantasia, la personificazione del timore di non essere all’altezza, un punto di riferimento che è irraggiungibile per antonomasia, che ogni volta che sembra raggiunto si sposta in avanti. Nel sogno rinfaccia a Lenù che il suo romanzo in tedesco è meglio, animando le sue paure di inadeguatezza. Nella vita reale fa colpo sul marito di Lenù, che ingenuo e piccolo com’è la sminuisce perché la teme. Lila è sempre avanti ma adesso non è più ideologicamente sulla stessa linea di Lenù.

Sembra che sempre di più Lenù arrivi al culmine della sopportazione. Trasformata in una villeggiante, tagliata fuori dal lavoro intellettuale, circondata da persone che la tradiscono (anche la suocera che era un suo conforto intellettuale salta fuori che non le ha detto che il suo romanzo era stato pubblicato anche in Germania) e adesso anche delusa da tutti quelli che la circondano, pronti ad accogliere a braccia aperte i Solara, portatori di benessere. Poco importa come.

Trovate tutte le notizie su L'amica geniale nella nostra scheda.

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