L'amante di Lady Chatterley, la recensione

L’amante di Lady Chatterley rifiuta di essere un manifesto e di stravolgere il classico per trovare la sua ragione nella fortissima sensualità romantica che riesce ad evocare.

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La recensione di L’amante di Lady Chatterley, su Netflix dal 2 dicembre

Nel suo genere, L’amante di Lady Chatterley di D. H. Lawrence è stato uno dei romanzi più iconici del Novecento. Il suo parlare in modo esplicito della sessualità e del desiderio femminile fu all’epoca (gli anni Venti inglesi) sconvolgente: cosa avrebbe potuto quindi fare un adattamento cinematografico, nel 2022, per mantenerne la forza attrattiva? Adattato da David Magee e diretto da Laure de Clermont-Tonnerre, L’amante di Lady Chatterley in questa veste audiovisiva rifiuta di essere un manifesto e di stravolgere il classico per trovare la sua ragione e bellezza nella fortissima - e pura - sensualità romantica che riesce ad evocare.

Si tratta di un compito modesto, semplice, ma non per questo meno nobile. Laure de Clermont-Tonnerre lo assolve con un trasporto e una delicatezza che sfiorano il tono poetico di Jane Campion (senza quell’impegnativo fardello morale tipico di Campion - si pensi allo struggente Bright Star) e, pur non prodigandosi in alcuno stilismo estetico riconoscibile, si fa subito poesia per il modo diretto e sensuale, accorto e dolce che ha di guardare i suoi due interpreti principali.

La protagonista è appunto Lady Chatterley, Constance (Emma Corrin), la quale è sposata a un veterano della prima guerra mondiale che ha perso l’uso delle gambe. Rinchiusa nella grande dimora di Wragby Hall, Constance si sente sempre più lontana dal nobile marito e inizia una relazione travolgente col guardiacaccia della tenuta, Oliver (Jack O’Connell), dove il limite tra sesso e sentimento è continuamente in bilico.

Viene difficile pensare che L’amante di Lady Chatterley sarebbe stato così riuscito se Emma Corrin e Jack O’Connell non avessero avuto sullo schermo la chimica che invece dimostrano. La prova della loro bravura, o meglio della loro perfetta immersione nel flusso del film, è che quando li vediamo insieme non distinguiamo l’interpretazione dallo sguardo della regista: come i due amanti, recitazione e visione si fondono insieme, funzionano all’unisono. Il modo con cui Clermont-Tonnerre li avvicina e poi li osserva, per quanto esplicito lo è senza essere dichiarato, romantico senza essere stucchevole e appassionato ma in fondo timido come i due personaggi.

L’andamento del film risente un po’ troppo della ripetitività di alcune scene, certamente sacrificabili (la durata di due ore si fa sentire, con un calo di ritmo evidente nel mezzo). Nonostante ciò L’amante di Lady Chatterley è un film che punta tutto sui sensi e la sensualità, riuscendo pienamente nella scommessa.

Siete d’accordo con la nostra recensione di L'amante di Lady Chatterley? Scrivetelo nei commenti!

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