L'Altro Topo 6: Topolino racconta i dinosauri, la recensione

Il sesto numero de L'Altro Topo è interamente dedicato ai dinosauri, con fumetti e articoli a tema

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Per cavalcare la nuova ondata "preistorica" scatenata dall'uscita nelle sale di Jurassic World: Il Regno Distrutto, Panini e Disney hanno portato in edicola e in fumetteria un numero di L'Altro Topo interamente dedicato ai dinosauri, alternando storie a fumetti a tema con articoli divulgativi nei quali l'argomento viene approfondito con un approccio più scientifico, ma adatto ai lettori più giovani.

Con questo sesto appuntamento la testata subisce una trasformazione: a fronte di una riduzione del prezzo di cinquanta centesimi, diminuiscono le pagine e le dimensioni dell'albo, con l'aggiunta di un gadget in allegato (nel caso specifico, la statuina di un dinosauro). Si tratta di un formato meno soddisfacente, ma considerando che si è passati dalla bimestralità a un'uscita ogni quattro o cinque mesi, probabilmente il cambiamento era necessario al fine di permettere a L'Altro Topo di proseguire il suo percorso.

A differenza dei numeri precedenti, in questo albo i fumetti hanno la principale funzione di intrattenere, in particolare raccontando storie fantastiche legate ai dinosauri, lasciando all'apparato redazionale il compito di educare il lettore con concetti sorprendenti; una soluzione che riteniamo indebolisca l'idea alla base del progetto, finora capace di mescolare i due aspetti in modo efficace, evitando di portarli avanti a compartimenti stagni.

Si comincia con un'ideale trilogia composta da Zio Paperone e il regresso mesozoico, Zio Paperone e la breccia antidiluviana e Qui, Quo, Qua e l'antivigilia dei natalesauri, scritta da Alessandro Sisti per i disegni di Mario Ferracina e Andrea Lucci. Il primo episodio è palesemente ispirato alla saga di Jurassic Park (pubblicato su Topolino in concomitanza con l'uscita nei cinema del primo Jurassic World), ribaltando però lo spunto iniziale in modo ingegnoso: invece di "costruire" dinosauri artificiali, come tenta di fare Rockerduck con scarsi risultati, Paperone fa tornare nel passato un'intera isola grazie a un'invenzione di Archimede, che la riporta alle condizioni dell'era preistorica; così facendo, i due hanno modo di vedere i dinosauri, in particolare una varietà di creature piumate che sembrano essere gli antichi progenitori dei paperi.

La storia è talmente piacevole da aver generato due seguiti pubblicati a soli sei mesi di distanza, riportando in scena i paperosauri: la minaccia di vedere Paperopoli regredire alla preistoria e un viaggio temporale che coinvolge addirittura Babbo Natale sono avventure molto gradevoli, anche se non ispirate quanto la prima, ma resta interessante vedere un fumetto nato per essere autoconclusivo e che si espande per dare vita a una miniserie.

Topolino e il preistoriclub, scritta da Giorgio Salati e disegnata da Roberto Vian, presenta un curioso incipit che mostra il protagonista all'età della pietra, per poi fare un passo indietro e raccontarci la vicenda dall'inizio. La situazione non sarebbe poi così improbabile, dato che il personaggio è abituato ai viaggi con la macchina del tempo di Zapotec e Marlin, ma in questo caso la storia risulta più realistica: il protagonista si ritrova coinvolto da Pippo in un bizzarro fan club, i cui membri si vestono e comportano come dei cavernicoli, con risvolti gradualmente sempre più preoccupanti.

Chiude il volume Cento milioni di anni fa, un divertente episodio muto con protagonista Paperoga, tra i personaggi con cui Enrico Faccini è più a suo agio, come dimostra anche in questa occasione: poche pagine per un racconto divertente in cui un antenato del goffo papero ha uno sfortunato incontro con uno stegosauro. È il contrappunto più leggero e disimpegnato dell'albo, assieme alle tavole autoconclusive Dino Ciak, che si alternano con gli articoli di approfondimento.

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