La vita è una cosa meravigliosa - La recensione

Tante esperienze diverse viste dall'occhio e dalle orecchie di un poliziotto specializzato in intercettazioni. La nuova pellicola dei fratelli Vanzina conferma il loro stato di confusione...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo La vita è una cosa meravigliosa
RegiaCarlo Vanzina
Cast

Luigi Proietti, Vincenzo Salemme, Enrico Brignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri, Emanuele Bosi, Virginie Marsan
uscita2 aprile 2010 

Ammetto di essere stato curioso a proposito di questo film. Non che mi aspettassi un prodotto rivoluzionario e magnifico, ma dopo il fallimento dell'esperienza cinepanettoni volevo vedere cosa avrebbero fatto i Vanzina in una dimensione in cui non devono far ridere a tutti i costi, ma magari possono anche cercare di dire qualcosa di interessante sulla vita e sul mondo, senza diventare troppo seriosi. Insomma, sarebbero riusciti a dar vita a un prodotto leggero e gradevole, come ogni tanto nella loro carriera sono riusciti a fare (e non strabuzzate gli occhi, che in confronto ai film che escono durante le feste adesso, pellicole come Sapore di mare e il primo Vacanze di Natale fanno la figura dei capolavori).

E non c'è dubbio che i Vanzina puntano in alto, considerando che lo spunto di partenza è la pellicola premio Oscar Le vite degli altri. Peccato che i risultati siano all'opposto delle intenzioni. E' incredibile quanto le situazioni siano prevedibili e ultratelefonate, come nel caso della vicenda del maggiordomo e dei suoi parenti o nel rapporto del poliziotto con la compagna bonazza rumena (che ovviamente non può certo essere una santa, altrimenti gli stereotipi che fine farebbero?). Il tutto citando in continuazione solo trasmissioni televisive, da Porta a Porta a Uno mattina, passando per La prova del cuoco, I cesaroni e ovviamente il sempre presente calcio. Ma è tutto qua il nostro Paese? E possibile che personaggi di estrazione e situazione economica diversissima siano uniti dalle stesse cose? Non si può tentare di raccontare un'Italia più variegata?

Ovviamente, la credibilità di situazioni e personaggi è sotto zero. Solo in un film del genere si può vedere che un poliziotto che ha combinato un disastro degno di licenziamento riceve come punizione... un incarico più importante! Mentre delle sofisticate cimici per delle intercettazioni vengono trovate da un cane (no, non è un'offesa a un personaggio, si tratta proprio di un quadrupede), anche perché sono in bella vista. E anche chi non ha molti soldi vive in case notevoli e in bei quartieri, anche se non si sa come mai. Si ha l'impressione che i Vanzina ormai sappiano raccontare le vite dei ricchi (più che degli altri), ossia le loro, proprio come certo cinema americano contemporaneo (e non è ovviamente un complimento). A questo punto, aridateci Muccino e i suoi pariolini, che almeno hanno un senso.

Ma il problema vero è che La vita è una cosa meravigliosa sembra quasi sforzarsi di non far ridere, impegnato come è a mostrare una critica sociale in cui i protagonisti hanno una doppia morale e fanno di tutto per raggiungere i loro scopi, mentre si sentono frasi come "l'umanità fa schifo". Siamo nel solco della grande commedia all'italiana? Decisamente no, visto che alla fine tutti risultano simpaticissimi e delle brave persone. Poi, si possono fare delle scelte di vita importanti, ma comunque anche in situazioni improbabili Nancy Brilli sarà elegantissima.

L'unica cosa che funziona, come sempre in questi casi, sono le battute volgari, però come spesso succede (Veronesi, Pieraccioni e tanti altri insegnano) si cerca di far finta di essere superiori e di limitarne l'uso, in modo che i giornalisti possano complimentarsi con i Vanzina che sono diventati più raffinati. D'altronde, quando si cerca di fare i sofisticati si ha l'impressione di vedere degli outtake da eliminare al montaggio. O gag stracotte come quella di far finta di essere su un treno quando si è impegnati in una conversazione telefonica, mentre certe battute ("l'unica cosa che vorrei rubare è Kakà al Real Madrid") non si se sono più fuori tempo o inutili.
 
In tutto questo, Proietti si mantiene sugli standard dell'ultimo cinecocomero Un'estate ai Caraibi (quindi fa veramente poco ridere), mentre Brignano nel suo episodio deve fare il romanticone e ha anche dei dialoghi seri, condizione che ovviamente non lo pone nella migliore posizione per sfruttare il suo talento comico. Detto che è un crimine utilizzare così poco Rodolfo Laganà, è triste constatare che le vicende adolescenziali sono trattate male come troppo spesso capita nel cinema italiano.

Insomma, avevamo iniziato dicendo che i primi titoli dei Vanzina risultano dei capolavori rispetto a tante pellicole comiche della concorrenza. Confermo il principio di partenza e aggiungo che purtroppo, rispetto a La vita è una cosa meravigliosa, sono anche degne di Orson Welles...

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