La Tour, la video recensione

La video recensione di La Tour, un film di Guillaume Nicloux, con Angèle Mac, Hatik, Ahmed Abdel-Laoui, Kylian Larmonie, Merveille Nsombi

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Presentato alla Festa del Cinema di Roma, La Tour è un film di Guillaume Nicloux, con Angèle Mac, Hatik, Ahmed Abdel-Laoui, Kylian Larmonie, Merveille Nsombi, Nicolas Pignon.

Potete vederela video recensione qui sopra!

LA TOUR - LA TRAMA

Una mattina, gli abitanti di un palazzone condominiale si svegliano e scoprono che una strana nebbia avvolge tutte le finestre e le porte del fabbricato, un velo nero che divora qualsiasi cosa e chiunque tenti di attraversarlo. Intrappolate all’interno dell’edificio, le famiglie cercano di organizzarsi, ma il tempo passa e la situazione non cambia. Gradualmente, per assicurarsi la sopravvivenza, le persone soccombono ai loro istinti più primitivi.

NOTA SUL FILM

Una signora di colore una mattina esce dal torreggiante condominio di periferia in cui abita e viene inghiottita dal nero, un velario scuro, una nebbia, un’entità che divora chiunque si avventuri all’esterno da porte o finestre. Isolati dal mondo esterno, ecco i diversi gruppi famigliari: coppie e single, vecchi e bambini, gatti e cani di diversa taglia. E soprattutto bianchi, neri e nordafricani, divisi per piani e per etnie, più o meno armati e, mentre le scorte alimentari e idriche si assottigliano, più o meno decisi a conquistare la sopravvivenza e il dominio con la forza. Regista e sceneggiatore, Guillame Nicloux affronta il distopico con un occhio a J. G. Ballard (Il condominio, ma non solo) e uno allo spirito caustico di Michel Houellebecq, del quale nel 2014 mise in scena il “rapimento” e che è ringraziato nei titoli di coda.

NOTE DI REGIA

Questo è un film horror in cui accadono cose atroci. Carestia, omicidio, sessismo, cannibalismo, razzismo, omofobia, tortura. Potrebbe essere la sintesi di tutte le violenze e paure di oggi.
È una rappresentazione spietata dell’incapacità umana di sopportarsi in uno spazio ristretto. Un film in cui le persone diventano brutali a causa della viltà e dell’impotenza.
Il mio choc da bambino/spettatore è la paura. Essere terrorizzato fino a non dormire ha guidato la mia dipendenza dal cinema. Ecco perché Lockdown Tower è forse anche il mio film più personale. Parla di questa paura infantile che perseguitava le mie notti buie. La paura di un vuoto che divora la vita.

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