La tana, la recensione

Abbiamo recensito per voi La tana, opera a fumetti di Pietro Elisei tratta da un racconto di Franz Kafka

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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La tana, anteprima 01

La tana è uno degli ultimi racconti di Franz Kafka, tra i più lunghi - dopo il celeberrimo La metamorfosi - e complessi. Fu scritto durante il suo soggiorno a Berlino nel 1923, a pochi mesi dalla morte, avvenuta nel giugno dell'anno successivo. Per tale motivo, l'opera è rimasta incompiuta ed è stata pubblicata postuma dall'amico Max Brod.

Il geniale autore boemo propone una storia su una creatura ibrida, a metà tra uomo e animale, quel modello di bestia raziocinante che da sempre ha popolato la sua fantasia e che, probabilmente, si avvicina al concetto che aveva di se stesso e dei suoi simili; pensiero più che condivisibile, ma nei suoi capolavori viene portato all'esasperazione e al paradosso per mettere a nudo tutte le contraddizioni e le miserie del nostro essere.

Ne La tana, lo scrittore fa parlare in prima persona il protagonista ed è come se fosse inesorabilmente conscio dell'approssimarsi della fine della propria vita. L'unico, solitario personaggio della vicenda ha trascorso l'intera esistenza prodigandosi alla costruzione di un rifugio sotterraneo in cui raccogliere provviste e godere di silenzio e pace incondizionata. La metafora è autobiografica, ma diventa la parabola del nostro vivere e del nostro agire, in particolare di chi, dopo aver speso molto in sforzi e sacrifici, desidera solo riposare.

I bisogni dell'Io narrante sono semplici, primari, quelli di un organismo elementare; tuttavia, si tratta di un individuo che possiede facoltà cognitive elevate, che lo costringono a un dialogo interiore sull’efficienza della sua costruzione e soprattutto sull'efficacia del proteggerlo da un potenziale, enigmatico nemico che possa insinuarsi al suo interno.

La tana, anteprima 02

A un certo punto, un sibilo strisciante diventa un rumore sempre più intenso, come se qualcuno fosse riuscito a violare quella piccola fortezza e a intrufolarvisi. Ma la minaccia è esterna oppure interiore? Il pericolo viene dal mondo là fuori o dal profondo del nostro animo? La tana, nella sua sofistica inquietudine, sublima le fragilità della psiche umana, cogliendone in maniera disarmante la propria debolezza, così come la sua essenza.

Da quanto esposto risulta evidente che trasporre un tema di tale sottigliezza letteraria e intellettuale in immagini e suggestioni sensoriali, visive risulterebbe un compito arduo per qualsiasi artista, a maggior ragione per un fumettista costretto a dare a queste illustrazioni una coerenza sequenziale.

Pietro Elisei, classe 1989, pressoché autodidatta e con una passione viscerale per il disegno, vi è riuscito con un risultato strabiliante e totalmente personale, rimanendo estremamente fedele alla fonte d'ispirazione. La forza della sua rappresentazione non è solo quella di una regia e di un approccio moderno, orientato a un'interpretazione vicina, per stilemi, al genere horror. Il giovane talento nativo di Spoleto mette in mostra una padronanza di tecnica e una particolarità del tratto di assoluta rilevanza, sporco, nervoso e graffiante.

Se l'adattamento di La tana per NPE, elegante cartonato uscito lo scorso novembre in fumetterie e in libreria, rispecchia il percorso di crescita e di ricerca espressiva di Elisei, siamo impazienti di poterlo ammirare presto sulla sua successiva prova artistica, magari un soggetto originale con cui possa dimostrare un'ulteriore evoluzione e una completa maturazione artistica.

La tana, anteprima 03

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