La scuola senza pudore vol. 1, la recensione

La scuola senza pudore è il primo successo di Go Nagai, ambientato in un istituto dove i professori non hanno alcun freno inibitore nei confronti delle studentesse...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Arriva per la prima volta in Italia La scuola senza pudore, uno dei primi manga di Go Nagai (Devilman, Mazinga Z) e il suo primo vero successo. Nato sulle pagine di Shonen Jump, raggiunse una popolarità tale da risollevare la testata da una crisi di vendite che avrebbe potuto portare alla chiusura di una delle riviste attualmente più vendute in Giappone. Essendo un'opera di genere umoristico, risulta abbastanza inusuale nella produzione di Go Nagai, che fu costretto a portarla a termine con quattro anni di ritardo, iniziando poi a dedicarsi ai manga incentrati sui super-robot per cui è famoso.

L'interruzione è stata una conseguenza delle proteste ricevute da Shueisha da parte dell'Associazione Genitori e Insegnanti per via alle numerose scene di nudo; è una delle prime controversie di questo tipo che si abbatte su un fumetto giapponese che proprio per gli abbondanti elementi erotici è considerato il capostipite del genere ecchi, ovvero commedie in cui sono presenti ammiccamenti sessuali più o meno espliciti. La scuola senza pudore è stato infatti il primo manga rivolto a bambini e adolescenti a infrangere il tabù del sesso nei manga, perciò possiamo considerarlo il principale responsabile della futura diffusione del fenomeno del fan service, ovvero l'utilizzo di biancheria intima o nudità femminili mostrate per stuzzicare gli ormoni dei lettori.

Ma in cosa consiste tutto questo scandalo?

La storia ha per protagonista il bulletto della scuola Yasohachi Yamagishi e il suo giovane sottoposto Vicolo Cieco. I due cercano di sopravvivere alla vita scolastica, resistendo alle angherie dei crudeli insegnanti e cercando di fare colpo sulle compagne di classe, una su tutte: l'affascinante Yubei.

Ciò che rende bizzarra questa scuola è che i professori sono dei veri e propri trogloditi, a partire dal buffo Godzilla Barbuto che indossa soltanto una pelle di tigre; tutto il corpo docenti è però rappresentato come un'entità malvagia e i genitori sono descritti come figure che non vedono l'ora di punire i propri figli, dando vita a un conflitto generazionale spudorato e anche abbastanza sopra alle righe.

Infatti durante la lettura non sono tanto le scene di nudo a suscitare scalpore, anche perché lo stile di un Go Nagai ancora acerbo ritrae le ragazze quasi come bamboline, ma l'atteggiamento degli adulti: professori di mezz'età che cercano di aggredire, molestare e spogliare ragazze appena adolescenti, costringendole in gabbia con una frusta ed esibendole in costume da bagno come merce di scambio. Qualcosa di simile oggi susciterebbe ben più di qualche protesta e sarebbe considerato un atteggiamento di pedofilia inaccettabile in un fumetto che ironizza su questi comportamenti con leggerezza.

Ovviamente bisogna avvicinarsi alla lettura considerando il contesto sociale e la differente sensibilità dell'epoca, la stessa che permetteva negli anni '40 a Will Eisner di affiancare a Spirit un servitore di colore senza alcun limite di politically correct nell'utilizzo degli stereotipi. Bisogna infatti pensare a La scuola senza pudore come una risposta all'estrema rigidità del sistema scolastico giapponese, che l'autore ha ideato proprio dopo il '68, mentre l'Occidente stava vivendo un processo di liberalizzazione sessuale.

Questo non rende più accettabili scene tanto esagerate, ma di certo può essere un elemento da considerare per non additare Go Nagai come un pervertito; dal punto di vista narrativo invece certi atteggiamenti libidinosi e grotteschi rimangono surreali ed è difficile credere che, ad esempio, un professore trovato nudo in classe venga semplicemente punito con una riduzione dello stipendio.

Allo stesso modo alcuni comportamenti femminili nei confronti dei due protagonisti sono alquanto improbabili; basti pensare che, per fare uno scherzo, tutte le loro compagne di scuola si spogliano completamente in aula così da farli sentire in imbarazzo, per citare soltanto una delle forzature più evidenti finalizzate al fan service.

È difficile mantenere la sospensione dell'incredulità di fronte a atteggiamenti così esagerati e immotivati di alcuni personaggi, che inevitabilmente intaccano anche l'efficacia della situazione comica. La struttura a episodi autoconclusivi in questo primo volume mostra appena qualche accenno di ripetitività, per cui restiamo in attesa di scoprire nelle prossime uscite se Go Nagai abbia trovato un modo per variare questa schema o se sia rimasto a crogiolarsi del successo ottenuto con qualche vignetta pruriginosa in più.

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