La mummia - la tomba dell'imperatore dragone

La famiglia O'Connell riporta in vita un feroce imperatore vissuto più di due millenni fa. Dopo una mezz'ora decente, un disastro di effetti digitali orrendi, stunt pessimi e storia già vista mille volte...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloLa mummia - la tomba dell'imperatore dragoneRegiaRob CohenCast

Brendan Fraser, Maria Bello, Michelle Yeoh, Jet Li, John Hannah, Luke Ford

Uscita26 settembre 2008La scheda con i trailer

I terzi capitoli di una saga sembrano avere spesso dei problemi. Basti pensare a Il Padrino, a Guerre Stellari (Il ritorno dello Jedi è sicuramente l'episodio più debole della trilogia originale), a Matrix, Spider-Man o anche a Ritorno al futuro. Di solito, il problema è la 'necessità' di speculare sui successi passati a qualsiasi costo, anche quando si hanno delle storie non perfette. In questo caso, l'abbandono di Rachel Weisz non invitava all'ottimismo, anche se l'apporto dei nuovi arrivati Jet Li e Michelle Yeoh una nota di speranza la offriva.

 Va detto che la prima mezz'ora non era malvagia, tanto che si iniziava a pensare che la critica americana (che ha massacrato la pellicola) avesse esagerato. Il prologo iniziale nell'antica Cina è discretamente affascinante, anche se un po' stereotipato. La sintonia tra i due sposini non è male, nonostante Maria Bello debba rimpiazzare dopo due pellicole Rachel Weisz e ogni tanto esageri in smorfiette. Nulla di trascendentale e neanche ai livelli del primo, gradevolissimo episodio, ma fino a quel momento si poteva vedere.

Purtroppo, non appena si arriva a Shanghai i realizzatori fanno del loro peggio. Intanto, con dieci minuti che rischiano di entrare nella storia del cinema, se non come i più brutti, almeno come i più idioti, tra esplosioni deliranti ed inseguimenti assurdi. Se c'è un po' di giustizia nel mondo, i Razzie Awards quest'anno inseriranno una nuova categoria per la peggior scena e omaggeranno come merita questa sequenza. Purtroppo, di cose folli ne vediamo tante, come Michelle Yeoh che pronuncia una maledizione antica in inglese (dopo aver quasi sempre parlato cinese nel film) o una rivelazione 'sorprendente' che vince il trofeo per la miglior telefonata dell'anno. Ma è proprio il tono della pellicola ad essere sbagliato, troppo serioso e sentimentalistico quando non ce ne sarebbe bisogno, stupidamente ironico nei momenti di battaglie epiche (o presunte tali). E che dire di John Hannah, che dovrebbe rappresentare il personaggio divertente che fa ridere il pubblico? Con battute così mosce, neanche la buonanima di Mario Brega riuscirebbe nel miracolo...

Un altro 'premio' va sicuramente agli effetti speciali in digitale. Chi scrive, è convinto che l'abuso di CGI stia distruggendo i popcorn movie e questa pellicola ne è una dimostrazione perfetta. E' difficile dire se siano peggiori gli yeti (ma perché tutte le creature digitali devono urlare spalancando la bocca come un forno?) o le continue trasformazioni di Jet Li (roba che il morphing di Michael Jackson ai bei tempi era meglio). Ma forse il momento più trash, da questo punto di vista, è la trasformazione dell'imperatore in... cioccolato (l'intenzione non sarà stata quella, i risultati sì). Ci si chiede quando le major capiranno che questi effetti fanno schifo e che quelli tradizionali (ma vi ricordate quanto era bello Un lupo mannaro americano a Londra?) sono assolutamente preferibili ancora adesso.

Altro punto dolente, gli stunt. Il responsabile di questo settore nel film è Vic Armstrong e ho pregato che si trattasse di un omonimo di quello a cui avevo dedicato un final cut soltanto un mese fa. Purtroppo, la cosa migliore che si può dire è che non si sia impegnato molto. O forse è la pessima regia di Rob Cohen (che spezzettava continuamente l'azione) da portare sul banco degli imputati. Di sicuro, la tanto attesa scena tra Jet Li e Michelle Yeoh non vale un decimo delle aspettative.

E poi, i riferimenti grossolani al cinema del passato. La coppia dovrebbe essere impostata su quella deliziosa de L'uomo ombra, formata da William Powell e Myrna Loy, ma dopo un inizio promettente, praticamente i due protagonisti non vengono praticamente sfruttati per sviluppare la componente rosa della storia. E quante volte abbiamo visto il paragone-metaforico tra le pistole inaugurato da John Wayne e Montgomery Clift ne Il fiume rosso? Per non parlare di uno o due momenti ripresi pari pari da Grosso guaio a Chinatown. Per carità, è difficile fare cose originali, ma si può sicuramente copiare meglio di così...

Infine, discorso Indiana Jones. Dire che diversi punti della trama siano rubacchiati alla saga con Harrison Ford è un'ovvietà. Limitiamoci quindi a segnalare come, anche in questa serie, ci sia la forte impressione di un tentativo di passaggio di testimone, considerando il tempo dedicato a Luke Ford, il figlio dei due avventurieri. Certo che se la gente non ha amato Shia LaBeouf, non oso pensare come recepirà questo manichino/attore. Anche considerando che il pericolo di vedere un quarto episodio, dopo i buoni risultati internazionali, è tutt'altro che scongiurato...

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