La Kryptonite nella borsa – la recensione
Luca Zinagaretti e Valeria Golino guidano il cast di una simpaticissima commedia che non sembra italiana: La Kryptonite nella borsa...
Quando un film italiano accompagna i titoli di coda sul ritmo di una These Boots Are Made for Walkin’ rifatta dai Planet Funk e, poco prima, durante i suoi 98 minuti di pellicola, ha utilizzato pezzi come Lust for Life (cantata da Iggy Pop) e Life on Mars di David Bowie, significa che non è il solito film italiano.
Il risultato per fortuna conferma che è stata ben riposta. Certo, non parliamo di un capolavoro né di una commedia capace di entrare nel novero delle migliori dell’ultimo decennio come, ad esempio, si potrebbe dire di Santa Maradona e del primo Notte prima degli esami, ma comunque di un bel prodotto, scritto, interpretato e confezionato con cura per i dettagli e voglia di allontanarsi dai soliti cliché narrativi italiani. Un scena come quella sulle femministe (che da attiviste, una volta spente le luci, si rivelano anche amanti dei rispettivi corpi) o il coinvolgente ballo sulle note di Zorba il greco sono momenti di cinema che poche volte vediamo girati “in italiano”.
La Napoli del 1973 che fa da sfondo alla storia completa, anche solo con i suoni delle voci o i colori del proprio territorio (sia urbano che costiero) ha la vitalità di un puzzle allegro e ironico che vale la pena godersi al cinema.