La Iena – Merce avariata, la recensione
Abbiamo recensito per voi La Iena – Merce avariata, di Rossano Piccioni, Luca Blengino e Arturo Lauria
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Supponiamo che non abbiate ma sentito parlare di Tom Bacardi, ovvero La Iena, il peggior poliziotto che si possa aver la sfortuna di incontrare, e che vi apprestiate a sfogliare il cartonato in oggetto: provate inizialmente a non curarvi dei balloon, lasciatevi inghiottire dal nero avvolgente, appena scalfito da graffi e brandelli di luce che dal buio profondo sbalzano figure e scene nelle prime due tavole; quelle successive, invece, vi abbaglieranno, caratterizzate da un rigo sottile di pennino che scorre veloce su un foglio totalmente bianco. Ed è subito sole, strada, azione.
La commistione di stili e segni tanto diversi, se non opposti, è uno vero spettacolo per gli occhi ed è l'ennesima dimostrazione di quali meraviglie si possa creare giocando esclusivamente con il bianco e il nero. Suggestionati dalla forza illustrativa di questa graphic novel, vorrete immergervi nel suo racconto, e ne restereste pienamente soddisfatti. A chi ancora non conoscesse la seconda, incredibile creatura di Rossano Piccioni - dopo Cannibal Family - con questo fumetto viene offerta un'occasione da non perdere.
Tom appare per la prima volta accanto al gemello Lucas. Hanno una missione tutt'altro che agevole da portare a termine: trasportare da Tijuana alla Colombia il cadavere del figlio di uno dei più potenti narcotrafficanti al mondo, affinché il ragazzo venga degnamente seppellito nella tomba di famiglia.
All'impeccabile, dissacrante penna di Luca Blengino spetta il compito di sceneggiare il soggetto firmato da Piccioni: un'avventura on the road esplosiva, travolgente e deliziosamente incasinata, come solo al protagonista e al suo degno fratello potrebbe succedere.
I collegamenti con il Cinema, che vengono immediati alla nostra memoria, non sono dovuti soltanto ad alcune inequivocabili inquadrature. Il genere trattato, le situazioni e il gergo del Fumetto rimandano alla migliore tradizione pulp, quella moderna, riscoperta grazie soprattutto al genio di Quentin Tarantino.
Se vogliamo scomodare un grande nome della Nona Arte, il pensiero va ovviamente a Garth Ennis. Tuttavia, l'adorabile bastardo creato da Piccioni, uomo di legge e criminale al tempo stesso, tossicomane e depravato, esprime una personalità e una tipicità invidiabili e tutte italiane.