La guerra di Minkiaman, la recensione
Abbiamo recensito per voi La guerra di Minkiaman, graphic novel di Gianni Allegra edita da Tunué
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Parlare di mafia oggi è un’operazione complessa ed estremamente delicata, vista l’evoluzione dell’organizzazione criminale negli ultimi decenni. Già nella trilogia cult de Il Padrino, la figura del mafioso accantonava la coppola e la lupara per indossare gli eleganti doppiopetto di Al Pacino, ripulendo la propria immagine e condizionando la percezione di sé. "Abbiamo oggi una mafia più civile e una società più mafiosa", affermava qualche anno fa Antonio Ingroia, in cui sia gli apparati statali che i privati cittadini contribuiscono quotidianamente al decadimento culturale definitivo dell’Italia.
La storia è incentrata sulla figura di Totuccio, abbandonato dai genitori in tenera età e cresciuto da Osvaldo, un vicino di casa mite e anziano. Insieme ai cani Rocky, Rambo, Cazzillo e al nipote Giacomo, un maestro mancato, il protagonista intraprende un percorso di crescita segnato dalla solitudine, dal dolore e dall’umiliazione, sentimenti mitigati solo in parte da queste figure. Nel processo di trasformazione messo in atto, il ragazzo scopre di avere un intelletto e delle doti fisiche fuori dal comune, implementati ulteriormente dall’assunzione di alcune pillole blu. Deciso a vendicare un tragico evento, Totuccio indossa i panni di Minkiaman, paladino della giustizia pronto a combattere il crimine imperante a Balarm Town.
Tra omicidi, brutali pestaggi e prostituzione, il nostro novello Muteking acquista consapevolezza dei propri mezzi e della propria persona supportato dai consigli dei tre cani e di Osvaldo. È evidente come la presenza di questi personaggi rappresenti il contrappunto leggero alla violenza fuori controllo che regna quando Totuccio arriva in città. Ed è proprio il contrasto tra i toni ironici di questi siparietti e l’escalation di brutture a cui assistiamo a creare quello stridore che implementa la tragicità della situazione e scuote la coscienza del lettore.
Sembra di rivivere il mito del "super eroe con super problemi" ma, nascosta sotto gli abiti di una storia surreale, troviamo una fotografia spietata della società contemporanea. Ci si rende conto che, a qualsiasi età e in qualsiasi contesto, l’accettazione dell’altro e la civile convivenza sono quasi delle chimere e che tutti devono sottostare alla legge del più forte. Le vessazioni subite da Totuccio sono le stesse che ogni giorno vengono inferte ai più deboli, a chi porge l’altra guancia.
Struggente, cruda e diretta, La guerra di Minkiaman è una graphic novel decisamente intensa in cui ogni aspetto della vita appare corrotto irrimediabilmente: gli uomini sono alla costante ricerca dell’appagamento sociale e sessuale; le donne possono ricoprire esclusivamente il ruolo di prostitute condannate a dispensare piacere. Senza futuro e perduto, il contesto tratteggiato da Allegra è un insieme di linee sghembe graffianti e contorte, la fusione in continua evoluzione di bianco e nero, tonalità che dominano a fasi alterne determinando gli umori dei vari passaggi. Il tratto sintetico deforma e stravolge non solo lo sfondo ma anche i protagonisti della vicenda in una soluzione espressionista di grande impatto visivo.
Il risultato è un’opera che travolge, una storia toccante in bilico tra la delicatezza e la tragicità di un dramma senza fine.
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