La guerra di domani, la recensione

A metà tra cinema americano e cinese La guerra di domani è sciocco e consapevole della sua sciocchezza. Quindi godibilissimo

Critico e giornalista cinematografico


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La guerra di domani, la recensione

Sciocco ma dai sentimenti cristallini, La guerra di domani è classico e contemporaneo al tempo stesso. È l’esaltazione di un individuo (e di una famiglia) che vuole salvare tutto il mondo ma è anche un film con più di un protagonista; è una storia in cui come sempre nel cinema americano è l’impeto ardimentoso di uno e della sua famiglia a risolvere tutto, ma anche una storia sentimentalissima, in cui l’ingenuità delle emozioni messe sullo schermo (l’amore per una figlia, il rapporto sincero ma duro con un padre difficile) è simile a quella del cinema asiatico. È pieno di militari e procedure statunitensi ma ha anche i mostri in CG che non possono mancare nel cinema asiatico. Infine è un film in 4 atti, la struttura tipica del cinema cinese a cui Hollywood con calma si sta (e ci sta) abituando.

Quando nel presente arriva un plotone di un esercito del futuro per avvertire che servono soldati per combattere una guerra nel futuro, Chris Pratt viene arruolato. Il suo passato nell’esercito lo avvantaggia quando è catapultato con altre persone inesperte 30 anni nel futuro, nel momento in cui mostri alieni hanno invaso la Terra e stanno decimando la razza umana. In realtà a differenza di altri lui è lì per una ragione più specifica, è la chiave per risolvere un conflitto che sembra perduto.

Quando La guerra di domani sarà arrivato al suo culmine d’azione, alla cima del sentimento e del completamento della missione, mancheranno ancora 45 minuti alla fine. La fine del terzo atto (equilibrio, rottura dell’equilibrio e risoluzione finale) non sarà infatti la fine della storia, come siamo abituati, ma la chiusura di una situazione che apre ad un’altra, quella in cui davvero la storia può arrivare al termine.

Chris McKay dopo essersi messo in luce con il cinema comico di LEGO Batman - Il film approda a questo d’azione che dimostra di padroneggiare. La guerra di domani ha una trama piena di sciocchezze adorabili e piccole grandi forzature, espedienti di sceneggiatura rapidi, cambi di opinione repentini e decisioni massimaliste prese per necessità. Insomma contiene tutte le soluzioni di scrittura meno raffinate tuttavia ha i sentimenti nel posto giusto e un grande spunto in ciò che collega passato e presente. Consapevole della propria baracconesca sciocchezza è subito godibile (fin dalla caduta da cielo che lo apre), puro piacere spettacolare. E anche il suo modo di raccontare sentimenti basilari è grossolano ma efficace.

Insomma La guerra di domani non pretende di appassionare ma riesce a divertire con le armi più semplici ed eterne, un padre barbuto interpretato con durezza da J.K. Simmons, un eroe scanzonato, i salvataggi all’ultimo momento da un terribile nemico senza personalità e l’ostensione dello spirito americano perché lo si possa vedere fino anche in Cina.

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