La guerra di Charlie Wilson


Un membro del congresso si batte per appoggiare la guerra in Afghanistan contro i russi. Cast all star (Hanks, Roberts e Seymour-Hoffman) per una vicenda interessante ma raccontata in maniera soporifera...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloLa guerra di Charlie WilsonRegiaMike Nichols
Cast

Tom Hanks,    Amy Adams, Julia Roberts, Philip Seymour Hoffman, Terry Bozeman, Brian Markinson

Uscita8 febbraio 2008

Curioso. Per una volta che a Hollywood si lavora ad un film dalle tematiche serie ed importanti, di cui tanto si vorrebbe parlar bene (almeno, per come non segue le mode e il pubblico più becero), ci si ritrova di fronte ad un prodotto poco convincente. E di cui, peraltro, è anche difficile spiegare perché non funzioni. Si può dire che sia girato e recitato male? No. Che la storia sia insulsa? Decisamente no. Eppure, non riesco a convincermi della bontà dell'operazione.

In effetti, anche se non ho letto l'omonimo libro da cui è tratto questo film, si dice che le omissioni siano state parecchie, in particolare sulla figura del protagonista, decisamente troppo angelico rispetto a quello vero. Ma quello che mi lascia più perplesso è la visione politica che traspare dalla pellicola. Francamente, da un regista come Mike Nichols mi aspettavo uno sguardo che tenesse in maggiore considerazione il presente e soprattutto quanto la scelta di appoggiare dei guerriglieri fondamentalisti, a lungo andare, non si sia rivelata propriamente vantaggiosa per gli Stati Uniti, come dimostrato dai fatti dell'11 settembre 2001. Eppure, in quella che è senza dubbio la scena più brutta del film, i combattenti afgani vengono mostrati come delle macchiette caricaturali, che hanno anche difficoltà ad utilizzare le armi in loro possesso (come se strumenti così fondamentali per la guerriglia venissero affidati a persone incapaci e non a professionisti addestrati). In realtà, anche se purtroppo è normale che in una guerra (soprattutto di ribellione nei confronti di un Paese invasore) non si vada troppo per il sottile, la ferocia afgana era ben nota, ma qui è impossibile capirlo. Una tale divisione manichea tra buoni e cattivi mi va bene per Rambo III, non certo per un film di questo spessore.

L'altro grosso problema è di natura squisitamente cinematografica. D'accordo che la memoria storica in questo periodo non è granché, ma ovviamente qui il finale era già scritto e ben noto, tanto che la pellicola viene raccontata sostanzialmente con un unico flashback di un'ora e mezza. Titoli come JFK di Oliver Stone ci hanno dimostrato che si può tranquillamente appassionare lo spettatore anche con una storia ben conosciuta e senza finali a sorpresa, ma ovviamente bisogna creare qualcosa di affascinante dal punto di vista registico, magari con il montaggio. Qui, francamente, per larghi tratti si ha l'impressione di vedere un buon prodotto televisivo (magari proprio quel West Wing creato da Aaron Sorkin, che è lo sceneggiatore del film) e nulla di più. Peccato, perché quando Nichols si lascia andare (pensa ad una bellissima dissolvenza sui tacchi del personaggio di Amy Adams), i risultati sono notevoli. Ma l'impressione generale, francamente, è abbastanza soporifera per chi la storia la conosce.

Per quanto riguarda gli attori, si vede che Mike Nichols in questo settore è bravissimo (basta andarsi a vedere i riconoscimenti ottenuti dagli interpreti dei suoi film). Penso soprattutto a Tom Hanks, che fa dimenticare l'opaca prova de Il Codice Da Vinci, o a Philip Seymour Hoffman, ultimamente un po' sopra le righe e qui decisamente misurato (a parte una scena madre molto efficace). Peccato che, a parte il protagonista che dà il titolo alla pellicola, gli altri ruoli siano un po' trascurati proprio in fase di sceneggiatura. In particolare, la parte di Amy Adams è decisamente insulsa, ma anche da quella di Julia Roberts mi sarei aspettato di più, nonostante le due attrici facciano del loro meglio e forniscano una prova interessante.

Insomma, che dire de La guerra di Charlie Wilson? Direi meglio le intenzioni che i risultati. Proprio come nella realtà...

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