La guerra dei mondi: la recensione

La guerra dei mondi, miniserie targata BBC, offre un nuovo sguardo sul classico racconto di fantascienza, riavvicinandolo al contesto storico del romanzo d'origine

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Potrebbe sembrare quantomeno bizzarro che, per dare nuovo smalto alla trasposizione di un racconto, lo si restituisca al contesto storico dell'opera letteraria d'origine; eppure è ciò che è avvenuto con La guerra dei mondi, adattamento miniseriale targato BBC del celebre romanzo di H. G. Wells, inesauribile fonte di versioni che si susseguono senza realmente sovrascrivere quelle che le hanno precedute. Tra le due guerre mondiali, fu Orson Welles a dar vita a una trasmissione radiofonica che causò l'isteria di massa. Ci fu il primo film del 1953, parte di una vasta ondata di film di fantascienza pregni di paranoia da guerra fredda, e Jeff Wayne ha poi trasformato il testo in un musical progressive rock nel 1978. Infine, Steven Spielberg ha fornito una versione aggiornata del classico nel 2005. Alla luce di ciò, risulta sorprendente la scelta, da parte della miniserie britannica, di restituire a questa storia l'allure del dramma in costume, specialmente alla luce del fatto che, all'epoca della sua pubblicazione (1898), il romanzo di Wells si ergeva a baluardo di una fetta di narrativa tutta proiettata verso il futuro.

Il focus del nuovo adattamento è costituito dalla coppia formata da George (Rafe Spall) e Amy (Eleanor Tomlinson); lui giornalista della London Evening Gazette, lei scienziata dilettante, i due innamorati sperano che il recente trasferimento a Woking li aiuti a trovare la pace. La decisione di George di lasciare un matrimonio senza passione con la cugina Lucy per inseguire l'amore con la colta Amy lo estraniato dall'alta società e allontanato dalla sua famiglia. Perfino l'amato fratello Frederick (Rupert Graves), un funzionario del governo, sembra non avere tempo da dedicargli. "Questa è una ricerca egoistica e crudele, che non può fare a meno di provocare conseguenze molto spiacevoli", mormora al "ribelle" George. L'avrete ormai capito, tutto trasuda compostezza - e ipocrisia - edoardiana.

Quando sei pescherecci da traino scompaiono misteriosamente al largo della costa, il governo britannico incolpa la marina russa; a sfatare la teoria arrivano dei misteriosi meteoriti che iniziano ad atterrare intorno alla campagna, destando l'interesse sia di Amy che dell'astronomo locale Ogilvy (Robert Carlyle). Mentre la gente del posto inizia a radunarsi per osservare i detriti spaziali, un meteorite si alza, tramutandosi in un tripode ed emettendo un raggio di calore che uccide chiunque tocchi. Si scatena un comprensibile panico, e i goffi tentativi iniziali del governo di minimizzare l'evento si sgretolano rapidamente, man mano che aumentano le segnalazioni di incidenti simili in tutto il paese. La guerra è appena iniziata, e nulla ha a che vedere con le schermaglie tra stati.

A dispetto della presenza di bustini e merletti, La guerra dei mondi della BBC si discosta comunque fortemente dal materiale di partenza, utilizzando la prolessi per esplorare il tempo dopo la cosiddetta "guerra", un momento in cui i sopravvissuti si rivolgono alla religione per trovare la salvezza su un pianeta desolato e sterile, in cui l'erba rossa copre la terra e gli anziani non porgono orecchio alle soluzioni razionali. L'intero cast dà lustro alla miniserie, ma il fulcro del racconto sembra essere la Amy di Tomlinson, vera protagonista della storia, combattiva incarnazione della mente scientifica volta a offrire spiegazioni e trovare qualsiasi modo per sopravvivere. Questo aiuta non poco a conferire al racconto una freschezza tutta contemporanea, offrendo un balsamo alle sofferenze di un presente minaccioso e distruttivo.

È comunque nell'ambientazione edoardiana che la serie trova il proprio spunto più interessante, finendo per trattare gli alieni come allegoria degli arroganti ideali colonialisti britannici dell'epoca, in linea con le intenzioni di Wells quando scrisse il romanzo. "Questo è un impero su cui il sole non tramonta mai", dice un ministro all'inizio del primo episodio, e sentiamo più volte pronunciare la frase "noi siamo i padroni della guerra", anche se gli esponenti del glorioso impero britannico vengono rapidamente ridotti in cenere quando s'imbattono nei letali tripodi. Riavvicinata agli anni della sua origine, La guerra dei mondi diviene qui una storia in cui la mancanza di rispetto per il prossimo e la sete di conquista segnano il destino di un'umanità tracotante.

La serie non è certo scevra di sbavature: adotta infatti un approccio piuttosto lento alla storia rispetto agli standard del cinema sci-fi a cui siamo ormai abituati, prendendosi forse troppo tempo per dipingere la società del tempo prima che possa iniziare l'invasione aliena. Dal momento in cui la guerra diventa palese, tenta di affrontare così tanti temi diversi da risultare spesso confuso in proporzione al ristretto minutaggio concesso dai due episodi di cui consta. Eppure, non possiamo non riconoscere una validità a questo esperimento rischiosamente nostalgico, che commenta il nostro passato riflettendo sul nostro presente in un modo del tutto inedito rispetto a quanto visto finora. Se prediligete la solidità drammatica rispetto alle grandi scene d'azione, questa potrebbe essere la guerra dei mondi che state cercando e che, dal 1898, non era stata ancora mostrata.

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