La guerra dei mondi
Dopo Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T. , Steven Spielberg ritrova gli alieni. Ma questa volta sono cattivi. E, soprattutto, deludenti...
E se c’è una caratteristica comune dei suoi fallimenti artistici negli ultimi anni, di sicuro va cercata nelle sceneggiature, incapaci di portare storie solide e personaggi coinvolgenti. In questo caso, purtroppo, siamo su livelli veramente bassi.
Entriamo nello specifico. Già dalla voce off iniziale (ridondante e stupida, sembra uscita da certi dialoghi dei film di fantascienza anni cinquanta) e dalle banali immagini del mondo che ci vengono presentate, si capisce che ci sarà poco da divertirsi.
Ma la prima mezz’ora sconvolge comunque. Perché si vedono tante di quelle situazioni ai limiti del trash (e anche oltre) da perdere il conto. Tom Cruise gigioneggia follemente (per la cronaca, non è che la sua interpretazione migliori successivamente, non aiutato dal campio di doppiatore), ma riesce a salvarsi in maniera incredibile, mentre tutti vicino a lui vengono spazzati via. Inoltre, è sconvolgente vedere la reazione delle persone di fronte ai tripodi e a quello che sta avvenendo nel loro quartiere. Non solo c’è chi scatta foto (invece di darsela a gambe), ma addirittura chi non si accorge di nulla e continua a compiere il suo lavoro. Se pensavate che il Batman degli anni sessanta fosse camp (ma quello era voluto), aspettate di vedere questo film...
Ma non è solo la trama a fare acqua da tutte le parti. Qui i personaggi non riescono a interessare lo spettatore e i contrasti familiari sono decisamente superficiali e banali. Basta vedere una scena in cucina, che dovrebbe mostrare le difficoltà di comunicazione tra padre e figli (e che magari vorrebbe essere all’altezza di una analoga, ma splendida, in Kramer contro Kramer), e che invece risulta piattissima.
E se dei personaggi principali ci sfuggono spesso le motivazioni (come la volontà del figlio maggiore di fare l’eroe a tutti i costi), quelli secondari sono praticamente inesistenti.
A parte il personaggio di Tim Robbins (un po’ troppo caricato, anche se efficace), gli altri passano quasi senza accorgersene. Che differenza con i magnifici esseri umani di Incontri ravvicinati del terzo tipo, che rimanevano nel cuore...
Un altro problema è che, per la struttura del film (in cui gli alieni sono praticamente invincibili), gli umani sono esclusivamente delle vittime e dopo un’ora e mezzo di gioco del gatto e del topo la cosa inizia a stancare. Se poi consideriamo che tutto è visto dagli occhi di una semplice famiglia (e non da quelli di un presidente aviatore o di uno scienziato in lotta contro questi mostri) la lotta per la sopravvivenza assume un aspetto un po’ troppo minimalista. E ovviamente, viste le premesse, il deus ex machina è inevitabile...
Qualcuno poi noterà l’estrema crudezza di certe scene. E’ vero e va dato atto a Spielberg di non aver reso il tutto troppo edulcorato. Ma, d’altra parte, non è neanche il caso di esaltare troppo questo aspetto, considerando che per fare una storia del genere non si poteva essere troppo teneri.
Insomma, la terza pellicola del regista dedicata agli alieni non è assolutamente al livello delle prime due. Sarà un caso che anche la fisionomia degli extraterrestri è, questa volta, deludente?
Qualcuno mi fa giustamente notare il tentativo di ricreare le atmosfere del romanzo di Wells da parte di Spielberg.
Non ho letto il libro, ma ho visto il film degli anni cinquanta. Non sono in grado quindi di parlare del rapporto libro-film, mentre ho criticato il finale senza parlare del fatto che è fedele al libro (e alla pellicola del '53). Mi è sembrato più opportuno non dirlo, perché altrimenti sarebbe stato uno spoiler enorme. Comunque sia, credo che questo finale (per quanto fedele) non sia accettabile e troppo deus ex machina per soddisfarmi.
Sul resto, come detto, non sono in grado di esprimere giudizi.