La Foresta Millenaria, la recensione

Abbiamo recensito per voi La Foresta Millenaria, di Jirō Taniguchi, pubblicato in Italia da Oblomov Edizioni

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Poco più di un anno fa veniva a mancare Jirō Taniguchi, maestro del Fumetto orientale che ha declinato la semplicità della vita quotidiana e il genere slice of life in un modo nuovo, influenzando con il suo operato il mondo intero.

Con La Foresta Millenaria, Oblomov Edizioni intende tenere viva la memoria dell'autore proponendo ai lettori non solo il suo ultimo racconto (incompiuto), ma anche tutta una serie di approfondimenti legati alla figura di Tanguchi e alla sua concezione del mondo, proponendo in un volume cartonato che conta poco più di cento pagine uno sguardo sull'artista e sull'uomo che tanto ha dato al mondo del Fumetto e della narrativa in generale.

Nonostante la storia de La foresta millenaria sia solo accennata, in questa prima parte sono presenti tutti gli elementi che hanno reso grande la poetica dell'autore giapponese: il legame tra l'uomo e la natura, la dimensione legata all'infanzia e allo sguardo curioso sul mondo, la solitudine e i quesiti esistenziali.

Il popolo giapponese è tradizionalmente tra i più legati all'idea di natura che prende il sopravvento sull'uomo dopo un evento catastrofico, e l'apparizione della foresta (equilibrata dalla presenza del minerale simile all'uranio) all'interno di questa storia rappresenta la conferma di quel sentore magico e spirituale che riporta l'uomo alla sua forma più primigenia e profonda, quella che lega ognuno al tema della propria identità personale in modo univoco rispetto a chiunque altro.

Wataru Yamanobé, il giovanissimo protagonista della vicenda, ambientata alla fine degli anni '50, vede mutare la sua vita dopo una tragedia personale, che fa da specchio a un evento universale: tanto il giovane dovrà affrontare la nuova realtà derivata dalla separazione dei propri genitori (spostandosi dalla grande città all'insediamento di provincia), tanto dovrà affrontare quella nuova presenza magica che imperversa nel mondo, quella foresta antica sbucata dal nulla, prendendosene cura in prima persona.

Taniguchi tesse con cura ogni elemento visivo, creando una palette di colori eccezionale. I testi e le scelte cromatiche accompagnano con leggerezza i disegni chiari che, da soli, trasmettono interamente la malinconia che impregna le tavole.

Il lavoro viene proposto in Italia dalla nuova casa editrice fondata da Igort (che conosceva bene Taniguchi) in una forma estremamente curata, con studi tratti dal taccuino personale dell'autore e processi di creazione delle tavole ultimate. Il risultato della ricostruzione del progetto editoriale originario è un prodotto che trae la propria forza da contenuti di qualità, proposti in una forma idealmente somigliante a quella desiderata dall'autore.

La Foresta Millenaria, anteprima 02

Tra gli extra, l'introduzione di Vittorio Giardino porta il lettore nel giusto mood per fruire l'opera, iniziando ad assaporare il sapore di poesia e mistero proprio di quella natura che per secoli ha affascinato l'uomo.

In chiusura, invece, troviamo il commento di Corinne Quentin e Motoyuki Ode, rispettivamente la traduttrice in lingua francese di alcuni manga di Jirō Taniguchi e il responsabile della pubblicazione di questo libro in Giappone; entrambe figure molto vicine all'autore, parlano del progetto confermando come sia nato da subito per l'editoria francese e come il mercato giapponese fosse, in realtà, una sfida editoriale.

La sensazione, al termine della lettura, è sicuramente appagante. È un vero peccato non poter leggere tutto l'ampio respiro che Taniguchi aveva progettato per l'opera, perché la grazia che ha in sé questo frammento è qualcosa di notevole. Pur non presentando la vicenda nella sua interezza, La Foresta Millenaria è un tributo a uno dei più grandi maestri del Fumetto, una passeggiata serena sul sentiero del ricordo e della commozione.

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