La felicità porta fortuna - Happy Go Lucky

Pauline è una giovane insegnante, che vive la sua vita in maniera spensierata e sempre col sorriso. Momenti molto gradevoli e una protagonista simpaticissima, ma decisamente non il miglior Mike Leigh...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloLa felicità porta fortunaRegiaMike LeighCastSally Hawkins, Eddie Marsan, Alexis Zegerman, Samuel Roukin, Karina FernandezUscita5 dicembre 2008La scheda del film

Di solito, di fronte a pellicole come La felicità porta fortuna di realizzatori affermati come Mike Leigh (forse il maggior autore europeo in attività) si parla di 'opera minore'. E' un modo un po' cerchiobottista per evidenziare un gradimento non all'altezza della fama di un regista e magari anche un po' elegante per evitare di indulgere in eccessive critiche.

Anche perché, francamente, il film non merita certo una stroncatura, tutt'altro. Intanto, va detto che la protagonista (che compare praticamente in tutte le scene), interpretata da una notevole Sally Hawkins, non passa certo inosservata, grazie a un misto di caratteristiche che la rendono un'epigona di Forrest Gump (l'ottimismo a tutti i costi), così come il McLovin di Superbad (una follia decisamente sconclusionata, ma amabile e leggermente malinconica). Insomma, una versione al femminile di Will Ferrell.

Ma, come spesso capita nelle pellicole di Mike Leigh, sono alcuni personaggi minori a rubare la scena. In primis, ovviamente, l'istruttore di guida di Poppy, una figura nevrotica e razzista, ma anche triste e disperata, in un mix di caratteristiche che lo rendono un protagonista decisamente poco etichettabile, anche grazie alla prova interessantissima di Eddie Marsan (già visto in Mission Impossibile 3 e in V per Vendetta). Se poi vogliamo parlare del miglior rapporto efficacia/tempo in scena, come non ricordare la strepitosa sequenza con l'insegnante di flamenco, una bella lezione di cinema su come passare da un tono estremo a uno opposto in pochi secondi?

Ma quello che non convince è la minore tensione rispetto ad altri prodotti analoghi di questo regista, a incominciare da Dolce è la vita, di cui Happy Go Lucky riprende alcune tematiche, senza però colpire e impressionare come in quell'occasione. Purtroppo, nonostante alcuni contrasti (soprattutto quelli familiari, anche perché quelli lavorativi praticamente qui non esistono) risultino interessanti, sarebbe naturale aspettarsi qualche affondo più deciso e una maggiore cattiveria. Si dirà che questa pellicola vuol essere un elogio della serenità, mettendo in mostra una giovane donna decisamente più pacificata di quelle a cui di solito ci ha abituato Leigh. Di sicuro, l'impressione da un film come questo è che il regista sia diventato non solo meno caustico, ma anche (scusate il francesismo) meno incazzato. Il che sarà magari un'ottima cosa per la sua vita personale. Ma un po' preoccupante per la sua attività artistica...

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