La Fabbrica di Cioccolato
Tim Burton torna ai fasti di Edward Mani di Forbice, con molto più humor e un linguaggio più maturo. Un ottimo film per famiglie, dove la comicità (spesso grottesca) salva dalla retorica - e gli Umpa Lumpa...dalle troppe canzoni. In uscita il 23 Settembre.
La Fabbrica di Cioccolato si svolge in un paesino sconosciuto di una Inghilterra a metà strada tra il diciannovesimo secolo di Dickens, gli anni cinquanta tanto cari a Burton e la modernità dei videogame. La storia dovrebbe essere più o meno nota a tutti: un bambino tremendamente povero trova uno dei cinque biglietti nascosti nelle barrette di cioccolato Wonka di tutto il mondo, vincendo un tour guidato nella Fabbrica di Cioccolato gestita dal misterioso Willy Wonka e dai suoi aiutanti, gli inquietanti Umpa Lumpa. Assieme a lui e al nonno altri quattro bambini, uno più insopportabile dell'altro, e i loro genitori (uno più imbranato e viscido dell'altro) vincono il viaggio nella Fabbrica: uno solo di loro, alla fine del tour, riceverà un premio speciale. Ma uno dopo l'altro i bambini finiscono la loro corsa, puniti da loro stessi per i propri vizi... Intanto Wonka ricorda il suo passato e suo padre (un inquietante dentista, Christopher Lee), introducendo la morale del film: non c'è nulla che possa rendere più felici della propria famiglia.
D'altronde è la ricetta di Burton: comicità e grottesco uniti assieme per trasmettere un messaggio, il tutto raccontato con uno stile visivo bizzarro e kitsch (non perdetevi la citazione di 2001 Odissea nello Spazio...), quasi opulento.
Tralasciando Depp, di cui si è già detto abbastanza, è davvero bravo il piccolo Freddie Highmore, già notato in Finding Neverland. In generale i bambini fanno bene il loro lavoro (in particolare Mike Teavee), anche se la vera rivelazione è Deep Roy, il minuto attore indiano che interpreta tutti gli Umpa Lumpa. Come spalla comica è davvero divertente, con quel viso impassibile e glaciale.
E proprio gli Umpa Lumpa sono il grande pregio ma anche il possibile difetto del film: a loro sono affidate quattro (peraltro molto belle) canzoni scritte da Danny Elfman (che nella versione inglese doppia anche gli Umpa Lumpa), ciascuna delle quali viene eseguita alla dipartita di ogni bambino. La trovata è molto divertente, soprattutto per le coreografie caleidoscopiche, ma alla lunga alcune di queste canzoni risultano un po’ troppo lunghe sul grande schermo.
In conclusione, La Fabbrica di Cioccolato è senz'altro uno dei miglior film di Tim Burton, forse per alcuni troppo eccessivo e surreale, certo è il culmine di un cammino che il regista aveva intrapreso sin da Beetlejuice e che certo non finisce qui...