La dura vita della vicepresidente, la recensione
Abbiamo recensito per voi La dura vita della vicepresidente, spin-off della fortunata serie Prison School
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Fukukaicho Ganbaru, tradotto in Italia come La dura vita della vicepresidente, è lo spin-off del successo mondiale di Akira Hiramoto, ossia Prison School. Come potete intuire dal titolo, è incentrato su una delle figure più apprezzate e incisive create dal maestro, divenuta icona stessa del seinen: Meiko Shiraki. Il manga è stato serializzato in Giappone nel 2016, sulla rivista Young Magazine the 3rd, per poi essere raccolto in un tankobon che Star Comics ha presentato in anteprima nel nostro Paese all'ultimo Comicon.
L'albo raccoglie racconti brevi, essenzialmente gag piccanti e umoristiche che descrivono gli impegni e i passatempi di Meiko; alcune sono incentrate su attività comuni a quelle delle sue coetanee - un esame di geometria, un prelievo del sangue, un esercizio di ginnastica - altre la vedono alle prese in situazioni meno abituali e diffuse, come sfidare in un incontro di Pugilato un grosso energumeno o affrontare un enorme squalo in mare aperto. In tutto ciò, un imprevisto o un incidente diventa sempre l'occasione per mettere in scena una soluzione audace.
Il fumetto è scorrevole, spassoso e nient'affatto scontato, come si potrebbe facilmente pensare. ReDrop è riuscita in un compito per nulla facile: rendere caricaturale il soggetto più estremo di un'opera originale già di per sé paradossale. Decisamente efficace la scelta di realizzare un silent manga dove i dialoghi sono quasi assenti e i testi ridotti all'osso; tutta la scena risulta dunque giocata sull'elemento visuale, che sfrutta le caratteristiche uniche del personaggio. A ciò va ad aggiungersi l'uso di una pagina, al termine di ogni storia, che ospita una piccola vignetta appena abbozzata che funge da epilogo: un riuscito effetto comico.
Il tratto di ReDrop non ha la fluidità e l'eleganza di quello del sensei Akira Hiramoto, ma ci restituisce una Meiko Shiraki in gran forma - è proprio il caso di dirlo – per un fumetto molto divertente, imperdibile per ogni fan di Prison School.
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Fonte immagini: Crunchyroll