Là dove finisce la terra: Cile 1948 - 1970, la recensione
Abbiamo recensito per voi la graphic novel Là dove finisce la terra: Cile 1948 - 1970
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Nella lingua degli indio Aymara la parola Cile significa “Là dove finisce la terra”: una definizione perfetta per questo Paese dalle caratteristiche geografiche particolarissime: occupa quasi il 60% in lunghezza della catena montuosa più estesa del mondo, la Cordigliera delle Ande, che per 7.200 Km, dall'istmo di Panama a Capo Horn, offre alcuni dei paesaggi naturali variegati e strabilianti, tra cui alcuni dei deserti più aridi del pianeta e gli immensi ghiacciai della Terra del Fuoco.
A differenza delle precedenti nonfiction graphic novel, però, Là dove finisce la terra non è un'autobiografia, anche se i testi sono in prima persona. I suoi autori hanno conosciuto Pedro Atías, il protagonista del fumetto, a casa di amici, e attraverso la sua esperienza diretta sono riusciti a far loro una storia estremamente complessa; metabolizzandola in balloon e vignette, inoltre, la rendono estremamente comprensibile e fruibile per qualunque lettore.
Pedro, classe 1949, ha un'infanzia felice. Nasce in una famiglia benestante e soprattutto colta. Può studiare nelle migliori scuole del Cile e formare una coscienza sociale e civile senza rinunciare alle gioie di una gioventù generosa, intrisa dei miti del cinema americano, infiammata prima dalla passione per il Calcio, per il teatro e in seguito per la Politica e la militanza nel MIR, il movimento della sinistra rivoluzionaria cilena.
La sceneggiatura di Desirée Frappier è semplice e lineare, così come il tratto pulito, essenziale ma estremamente efficace di Alain Frappier, che talvolta elabora foto dell'epoca. Sullo sfondo scorrono gli eventi internazionali che hanno segnato tappe fondamentali, spesso sanguinarie di quel periodo, dalla rivoluzione castrista di Cuba agli assassinii di John Fitzgerald Kennedy e Che Guevara, dal primo uomo nello spazio ai Mondiali del 1962, proprio in un Cile, che aspirava, dopo lo spaventoso terremoto avvenuto due anni prima, a un nuovo futuro di prosperità. Lo incarna Salvador Allende, leader di una coalizione di centro-sinistra che riesce finalmente a imporsi alle libere elezioni del 1970. Il suo mandato è breve: l'11 settembre del 1973, il generale Augusto Pinochet prende il potere con un colpo di stato, appoggiato dalla CIA.
Quest'ultimo episodio viene narrato nelle due pagine finali del fumetto, che sono completamente nere, come il buio calato su tutte le speranze fino ad allora alimentate, come la fuliggine delle bugie e delle ingerenze striscianti del governo statunitense, come la tenebra delle violenze di uno dei regimi dittatoriali più disumani del Novecento.
Là dove finisce la terra, pubblicato in Francia nel 2017 da Steinkis e arrivato sui nostri scaffali lo scorso febbraio, è un romanzo grafico intenso che denuncia una vicenda straziante, la quale ha colpito intere generazioni di un popolo; è un pezzo di Storia, che molti ignorano e che altri hanno dimenticato. Per questo siamo felici di apprendere che proseguirà con un secondo capitolo, attualmente in lavorazione, dal titolo Là dove finisce la terra: Il tempo degli umili - Cile 1970 - 1973.
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