La Diplomatica (prima stagione): la recensione

La Diplomatica è una serie politica tesa che si perde a volte nei drammi personali dei suoi protagonisti, ma alla fine vorrete averne di più

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La diplomazia non è fatta per i tempi televisivi, la scelta di Debora Cahn, autrice e produttrice esecutiva di Homeland, di creare una serie come La Diplomatica va quindi interpretata come coraggiosa o folle, a seconda delle circostanze. Con un pedigree come quello della creatrice di questa nuova serie di Netflix, che ha fatto parte della writer room di The West Wing, non sorprende nemmeno che questo show sia particolarmente attento, anche non sempre efficace, nel descrivere la delicatezza e la difficoltà del rispetto dei molti protocolli imposti ai suoi protagonisti, soprattutto quando sono ribelli come Keri Russel (Kate Wyler).

COSA SUCCEDE E CHI SONO I PROTAGONISTI

La storia de La Diplomatica ha inizio in seguito al misterioso bombardamento di una nave militare inglese, in seguito al quale molti marinai perdono la vita ed alla sorprendete scelta dell'amministrazione del Presidente degli Stati Uniti in carica (interpretato da un Michael McKean, che sembra a volte una caricatura dell'attuale Presidente nel modo un po' sconsiderato in cui si comporta o quello attento con cui il suo entourage cerca di evitargli gaffe diplomatiche) di scegliere l'inesperta Kate Wyler per ricoprire il ruolo di Ambasciatrice degli Stati Uniti a Londra in un momento delicato come questo, quando potrebbe essere necessario evitare lo scoppio della III Guerra Mondiale.

Il fatto è che Kate, una donna con una grande esperienza di Medio Oriente, che non ha mai ricoperto ruoli tanto importanti, è la cosa più lontana da una diplomatica che si possa immaginare, da molti punti di vista. Odia il cerimoniale, indossare abiti eleganti, pettinarsi i capelli e a volte (quasi fin troppo spesso!) persino farsi una doccia. La sua preparazione e la sua schiettezza, tuttavia, sembrano ciò che l'attuale amministrazione cerca per un ruolo già di per sé molto delicato, in un momento persino più complesso del normale, il che è quasi un controsenso, perché tutto ci si aspetta da un diplomatico di professione tranne che la schiettezza di Kate. Che lei sia però un'interventista, in un momento in cui potrebbe essere necessario prendere decisioni importanti e rapide, fa di lei la persona giusta. Come se non bastasse, tutta questa operazione è pensata come un banco di prova, perché ad aspettarla in un non lontano futuro futuro, se riuscirà nell'impresa di scoprire chi abbia bombardato gli inglesi ed evitare una guerra, potrebbe esserci un ruolo persino più importante di quello di Ambasciatrice.

UN MATRIMONIO DIFFICILE

Dal punto di vista personale, a complicare le cose Kate è sposata con l'ex Ambasciatore Hal (Rufus Sewell), che si è però fatto terra bruciata attorno dando, tra le altre cose, del criminale di guerra al Segretario di Stato americano (Miguel Sandoval) ed al quale il Presidente ha di conseguenza promesso che non ricoprirà più nessun ruolo diplomatico come a causa delle sue esternazioni.

Per questa ragione Hal si ritrova catapultato nel ruolo di "moglie", così si autodefinisce con una certa dose di autoironia mentre, per quasi tutto l'arco della stagione, trama nell'ombra per i propri interessi, che spesso non coincidono con quelli di Kate.

Il contrasto tra i due protagonisti è evidente, Sewell interpreta il suo personaggio in maniera controllata, a volte persino persino subdola e fredda, in pieno contrasto con la quasi costante agitazione di Kate, che passa da un colloquio ad un altro come un'instancabile ape operosa.

Il matrimonio dei due, inoltre, attraversa un momento difficile, sebbene entrambi non abbiano le idee molto chiare sul da farsi, considerate non solo le delicate circostanze del recente incarico ricevuto da lei, ma anche il fatto che i due passino dal saltarsi alla gola allo strapparsi i vestiti di dosso in una relazione decisamente burrascosa che a volte però sottrae spazio importante al naturale flusso della narrazione ed a volte ne diventa invece la parte centrale e più interessante.

GLI ALTRI PROTAGONISTI DE LA DIPLOMATICA

Se non fosse per Keri Russel e Rufus Sewell è possibile che prenderemmo molto meno seriamente una serie come La Diplomatica che, proprio per il cast nel suo insieme, potrebbe tuttavia essere vittima di aspettative esageratamente alte.

Non sono infatti solo i due indiscussi personaggi principali a funzionare nello show e renderlo comunque un insieme decisamente godibile, inframezzato da quei cliffhanger di fine episodio (e stagione) a cui Netflix ci ha ormai abituati, ma il suo intero cast, dal peculiare Primo Ministro inglese Nicol Trowbridge (Rory Kinnear), all'esperto Vicecapo Missione Stuart Hayford (Ato Essandoh), che conosce il futuro di Kate meglio dell'ambasciatrice stessa, e che ha una relazione con il responsabile della stazione della CIA londinese Eidra Park (Ali Ahn), fino ad approdare al fascinoso Ministro degli Esteri inglese Austin Dennison (David Gyasi), che sembra far girare la testa di Kate per motivi che non sono necessariamente legati alla sua perizia politica, che comunque è indiscutibile.

Nella ricostruzione delle ambientazioni e soprattutto nel modo atipico (e spesso poco credibile) in cui Kate si muove in un ambiente che non le si confà, La Diplomatica è una serie fatta per aumentare la tensione episodio dopo episodio, nel tentativo di dipanare una matassa il cui capo a volte sembra perdersi in divagazioni impreviste, ma riesce anche nel suo intento, perché giunti alla sua conclusione, grazie a tutti questi elementi, vorrete probabilmente averne di più.

La Diplomatica, la serie con protagonisti Keri Russell e Rufus Sewell sbarcherà su Netflix domani, 20 aprile 2023.

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