La conquista del West, la recensione
Abbiamo recensito per voi il lussuoso volume antologico La conquista del West, edito da Allagalla
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Alla scorsa edizione di Cartoomics, Allagalla ha presentato un progetto davvero ambizioso: La conquista del West. Si tratta di un'opera sontuosa per i contenuti e per l'imponente formato, encomiabile per la cura dimostrata da Roberto Guarino e Matteo Pollone. Il volume si rifà nell'intestazione all'omonimo capolavoro cinematografico di John Ford (How the West Was Won, 1962), mentre il sottotitolo Storie, protagonisti ed eroi del fumetto western italiano sulla splendida copertina di Stefano Biglia è il manifesto di un genere che ha dominato per oltre trentacinque anni il nostro mercato.
"Un'opera sontuosa per i contenuti e per l'imponente formato."Non vi compare Tex, per ovvi motivi di diritti, ma molte sono le penne e le matite qui rappresentate che hanno lavorato e lavorano tuttora sulla creatura di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini, a partire da colui che ha ereditato il testimone come sceneggiatore dal primo, ossia Claudio Nizzi, per non parlare di artisti del calibro di Ugolino Cossu, Fernando Fusco, Carlo Raffaele Marcello, Vincenzo Monti ed Erio Nicolò.
Tra I Pionieri vogliamo citare due racconti: Pecos Bill - La grande avventura di Davy Crockett (Almanacco di Pecos Bill, Mondadori, 1951), di Guido Martina e Raffaele Paparella, per la caratterizzazione dei comprimari e per l'uso ripetitivo degli intercalari, che avrebbero fatto scuola fino ai giorni nostri; El Desperado (Albi d'oro Kinowa, Editoriale Dardo, 1953), di Franco Baglioni e Sergio Tarquinio, per la maturità e la complessità della trama, risolta brillantemente in sole undici tavole.
L'età dell'oro è stata senza dubbio segnata da Storia del West, di Gino D'Antonio, e da due eroi solitari e carismatici, nell'aspetto e nell'atteggiamento, certamente influenzati dalla cosiddetta Trilogia del dollaro di Sergio Leone; da Lone Wolf, creato nel 1968 da Luigi Grecchi e Fernando Fusco per l'Intrepido; e da Larry Yuma, ideato nel 1970 da Claudio Nizzi e Carlo Boscorato per Il Giornalino.
Non fatevi ingannare dal nome scelto per il terzo macro-capitolo: Verso il crepuscolo non denota un decadimento nella qualità dei titoli presentati, semmai il contrario; contiene una miriade di prove di versatilità e modernità: Tom Boy - Il sicario (Corriere dei Ragazzi, 1976), di Silverio Pisu, Nadir Quinto, vede per la prima volta un protagonista di colore; Alla ricerca di un eroe (Corrier Boy, Rizzoli, 1976), di Mino Milani e Aldo Di Gennaro, colpisce per la freschezza del soggetto e la meraviglia dei disegni; Alamo Kid (LancioStory, 1975), di Antonio Mancuso, Giuseppe Montanari e Vincenzo Monti, delinea il personaggio principale sulle fattezze di Alain Delon (un accorgimento che diventerà uno standard nella Bonelli degli anni 80 e 90).
"Semplicemente, la più ampia antologia a fumetti mai concepita sul western."Troviamo poi Il cacciatore solitario (LancioStory, 1982), di Ornella Malato ed Eugenio Sicomoro, un raro esempio di donna scrittrice di western, per un storia intensa e attualissima caratterizzata da illustrazioni mozzafiato; Jane, Sweet Jane (Glamour International Magazine, Glamour, 1983), di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, infine, è una vera e propria chicca irriverente che ha precorso i tempi, omaggio e insieme dissacrazione di tutto ciò che significa il genere in oggetto.
A questo proposito, non poteva mancare l'allora fiorente filone dedicato alla parodia, Il western comico, espressa tramite geniali talenti come quello di Benito Jacovitti, con il suo Cocco Bill, o quello di Giorgio Rebuffi, attraverso il suo Sceriffo Fox. In conclusione, per la sua cocente attualità, ci piace menzionare lo spassoso Pedrito el Drito: Me ne infischio del fisco! (Il Monello, 1971), di Alfredo Castelli e Antonio Terenghi.