La concierge Pokémon (stagione 1): la recensione

La concierge Pokémon mostra il lato più rilassato dei mostriciattoli tascabili, uno slice of life piacevole che vorremo vedere di più

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La concierge Pokémon la recensione della stagione 1, disponibile da domani 28 dicembre su Netflix.

Il mondo dei Pokémon non è solo battaglie e catture, e spesso il grande pubblico se lo dimentica. Fin dal primo storico film del 1998, ci è stato mostrato un altro lato dei mostriciattoli tascabili, quello più pacifico e spensierato. Si intitolava Le vacanze di Pikachu ed era il primo corto senza umani. In questo cortometraggio, Pikachu e altri Pokémon si divertivano assieme lontani da palestre e scontri selvatici, in quello che fu a tutti gli effetti il primo assaggio del mondo Pokémon al di fuori delle lotte.

La concierge Pokémon eredita quanto fatto in questi venticinque anni dai corti e dagli episodi speciali della serie animata, proponendo una finestra più serena e senza minacce di alcun tipo. Una mini-serie spensierata in quattro episodi, che segna anche la prima vera e propria collaborazione tra Netflix e The Pokémon Company, disponibile nel catalogo a partire da domani 28 dicembre.

La trama de La concierge Pokémon

Haru è una ragazza con mille problemi che, dopo aver perso il lavoro, decide di provare a diventare una Concierge presso un resort che accudisce anche i Pokémon. Le insicurezze della giovane verranno indebolite dagli altri membri dello staff e dalla neonata amicizia con Psyduck, uno degli ospiti del resort. Haru capirà che tutti hanno dei problemi, ma è solo non arrendendosi che si può migliorare. La concierge Pokémon è una mini-serie semplice, di breve durata. si divora in poco più di un'ora e ti lascia con quella voglia di scoprire altri ospiti del resort e i loro problemi, più o meno semplici che siano.

Come si presagiva già dal trailer, Iku Ogawa e Harumi Doki hanno voluto esplorare un aspetto del mondo dei Pokémon che viene spesso sottovalutato, per lasciare spazio alle lotte adrenaliniche o alle catture leggendarie. Questi quattro episodi invece sono a tutti gli effetti degli slice of life, in cui Haru affronta dei problemi semplici e cerca di migliorarsi un passo per volta. La tecnica stop-motion è l'ideale per un racconto del genere, così da potersi concentrare anche sulla realizzazione degli ambienti e dei protagonisti.

Nonostante la breve durata, i quattro episodi funzionano, anche se si tratta più di un'introduzione che di un reale racconto fatto e finito. L'assenza di un vero e proprio finale fa ben sperare in un futuro nuovo blocco di episodi, che potrebbe andare ad arricchire la vita di Haru e svelare ulteriori curiosità sugli ospiti del resort.

Mostri tascabili in stop-motion

A occuparsi di dare vita al mondo de La concierge Pokémon, l'acclamato studio nipponico Dwarf Studios, specializzato in stop motion. Sono gli autori dell'ultima serie tv di Rilakkuma, e della sigla di Beastars. Abituati quindi a lavorare con creature di pelo e pelle differente, Dwarf Studios riesce a trasmettere tutte le diverse texture dei Pokémon grazie a un saggio utilizzo dei materiali.

Quindi se la pelle degli umani è più lucida grazie alla plastica, il piumaggio di Psyduck è fatto con stoffa, e lo stesso si può vedere in ogni altro Pokémon presente nella mini-serie. Ovviamente, oltre ai personaggi, è stato fatto un lavoro certosino con le location e con gli oggetti, creando tanti piccoli e graziosi diorami in cui gli immobili attori potevano recitare la propria parte.

La sigla "Have a Good Time Here" è interpretata dalla leggendaria cantante Mariya Takeuchi, nota per la sua attività nell'ambito del City Pop, e celebra l'amicizia tra Haru e gli ospiti riportando alla ribalta l'icona musicale degli anni '80. Tra le musiche alcune citazioni ai videogiochi (una di queste completamente inaspettata) accompagnano la soundtrack principalmente caraibica. Il doppiaggio italiano è molto buono e segue l'adattamento classico della serie animata.

La concierge Pokémon mostra il lato più rilassato e tranquillo dei mostriciattoli tascabili, uno slice of life piacevole che vorremo vedere di più, soprattutto dopo questi primi quattro episodi che hanno fatto praticamente da introduzione. Una mini-serie da divorare in un sol boccone sul divano e in compagnia, durante la fine di questo 2023.

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