La concierge Pokémon (stagione 1): la recensione
La concierge Pokémon mostra il lato più rilassato dei mostriciattoli tascabili, uno slice of life piacevole che vorremo vedere di più
La concierge Pokémon la recensione della stagione 1, disponibile da domani 28 dicembre su Netflix.
GUARDA: La concierge Pokémon: il trailer della serie in stop-motion in arrivo su Netflix a dicembre!
La trama de La concierge Pokémon
Haru è una ragazza con mille problemi che, dopo aver perso il lavoro, decide di provare a diventare una Concierge presso un resort che accudisce anche i Pokémon. Le insicurezze della giovane verranno indebolite dagli altri membri dello staff e dalla neonata amicizia con Psyduck, uno degli ospiti del resort. Haru capirà che tutti hanno dei problemi, ma è solo non arrendendosi che si può migliorare. La concierge Pokémon è una mini-serie semplice, di breve durata. si divora in poco più di un'ora e ti lascia con quella voglia di scoprire altri ospiti del resort e i loro problemi, più o meno semplici che siano.
Come si presagiva già dal trailer, Iku Ogawa e Harumi Doki hanno voluto esplorare un aspetto del mondo dei Pokémon che viene spesso sottovalutato, per lasciare spazio alle lotte adrenaliniche o alle catture leggendarie. Questi quattro episodi invece sono a tutti gli effetti degli slice of life, in cui Haru affronta dei problemi semplici e cerca di migliorarsi un passo per volta. La tecnica stop-motion è l'ideale per un racconto del genere, così da potersi concentrare anche sulla realizzazione degli ambienti e dei protagonisti.
Nonostante la breve durata, i quattro episodi funzionano, anche se si tratta più di un'introduzione che di un reale racconto fatto e finito. L'assenza di un vero e proprio finale fa ben sperare in un futuro nuovo blocco di episodi, che potrebbe andare ad arricchire la vita di Haru e svelare ulteriori curiosità sugli ospiti del resort.
Mostri tascabili in stop-motion
A occuparsi di dare vita al mondo de La concierge Pokémon, l'acclamato studio nipponico Dwarf Studios, specializzato in stop motion. Sono gli autori dell'ultima serie tv di Rilakkuma, e della sigla di Beastars. Abituati quindi a lavorare con creature di pelo e pelle differente, Dwarf Studios riesce a trasmettere tutte le diverse texture dei Pokémon grazie a un saggio utilizzo dei materiali.
Quindi se la pelle degli umani è più lucida grazie alla plastica, il piumaggio di Psyduck è fatto con stoffa, e lo stesso si può vedere in ogni altro Pokémon presente nella mini-serie. Ovviamente, oltre ai personaggi, è stato fatto un lavoro certosino con le location e con gli oggetti, creando tanti piccoli e graziosi diorami in cui gli immobili attori potevano recitare la propria parte.
La sigla "Have a Good Time Here" è interpretata dalla leggendaria cantante Mariya Takeuchi, nota per la sua attività nell'ambito del City Pop, e celebra l'amicizia tra Haru e gli ospiti riportando alla ribalta l'icona musicale degli anni '80. Tra le musiche alcune citazioni ai videogiochi (una di queste completamente inaspettata) accompagnano la soundtrack principalmente caraibica. Il doppiaggio italiano è molto buono e segue l'adattamento classico della serie animata.
La concierge Pokémon mostra il lato più rilassato e tranquillo dei mostriciattoli tascabili, uno slice of life piacevole che vorremo vedere di più, soprattutto dopo questi primi quattro episodi che hanno fatto praticamente da introduzione. Una mini-serie da divorare in un sol boccone sul divano e in compagnia, durante la fine di questo 2023.