La città verrà distrutta all'alba - La recensione

Un virus provoca la follia negli abitanti di una cittadina, mentre alcuni cercano di fuggire dal luogo del disastro. Il remake del film di Romero è decisamente sopra la media, ma l'inizio prometteva di più...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo La città verrà distrutta all'alba
RegiaBreck Eisner
Cast
Timothy Olyphant, Radha Mitchell, Joe Anderson,    Danielle Panabaker, Christie Lynn Smith, Brett Rickaby  
uscita23 aprile 2010La scheda del film  

E' facile partire prevenuti contro i remake. I buoni motivi, d'altronde, non mancano, dal fatto di voler ovviare alla mancanza di idee originali andando a ripescare quello che di buono ha offerto il passato, alla semplice constatazione che 9 volte su dieci l'originale era meglio. Poi, ogni tanto, arrivano anche prodotti come La città verrà distrutta all'alba (che riprende lo storico film di Romero) e magari si può parlare di eccezione alla regola.

La prima mezz'ora di questo film è notevolissima. La cosa più apprezzabile è il tono sincero nella descrizione di questa cittadina. Sembra quasi di vedere una pellicola sportiva (e non tanto perché la prima scena fondamentale avviene su un campo da baseball) come Un sogno una vittoria, un'idea che dà modo di capire bene la realtà dell'ambiente. Soprattutto, la fotografia di Maxime Alexandre (collaboratore storico di Alexandre Aja) non offre le solite immagini patinate che rendono gli horror anche più beceri simili a una rivista di moda.

E dove il regista Breck Eisner mostra una grande intelligenza è nel lasciare spazio e tempo ai protagonisti di vivere questa storia incredibile. Molto spesso, infatti, capita che per tenere alto il ritmo i personaggi vengano trasformati in automi che non si fermano un attimo, mentre qui c'è modo di riflettere sulla situazione e soprattutto di soffrire per i drammi che si stanno vivendo.

Purtroppo, la seconda parte non è convincente come il brillante esordio. Non c'è da mettersi le mani nei capelli, perché La città verrà distrutta all'alba fa discretamente il suo (sporco) lavoro, ma è difficile dire che si tratti di un film con lo stesso interesse che mostrava all'inizio. Infatti, il problema maggiore è voler spiegare la vicenda con un espediente banale e ormai stravisto nel 2010 e, soprattutto, una ferocia cieca nei confronti dei sopravvissuti, che a tratti sembra quasi gratuita e fatta per dar vita a situazioni cruente. Per esempio, la scena in ospedale è decisamente troppo lunga e autocompiaciuta, considerando anche che arriva a una conclusione molto prevedibile.

Inoltre, a livello recitativo mi sarei aspettato qualcosa di meglio da Radha Mitchell e soprattutto da Timothy Olyphant, che non sempre mostra il carisma necessario per il ruolo del protagonista della vicenda. Va anche detto che, dovendo talvolta pronunciare battute improbabili, il suo compito non è dei più semplici.

Ma in tutto questo rimane comunque una fantastica scena nell'autolavaggio, che forse già da sola varrebbe il prezzo del biglietto, per la complessità visiva e le tantissime idee di sceneggiatura che tira fuori in meno di cinque minuti. Insomma, una pellicola per cui il termine remake non suona come un insulto...

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