La città senza nome, la recensione
Abbiamo recensito per voi la trilogia fantasy La città senza nome, opera di Faith Erin Hicks
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
La città senza nome è una delle ultime proposte targate Edizioni BD, di notevole interesse non soltanto per quanto riguarda il catalogo della casa editrice milanese. L’opera ha infatti riscontrato un grande successo oltreoceano, dove è già in preparazione una serie animata.
La cosiddetta Citta senza nome, collocata in un Estremo Oriente fantastico ispirato alla Cina del XIII Secolo, una volta abbandonata dai suoi fondatori, il misterioso Popolo del Nord, è stata obbiettivo di conquistata innumerevoli volte; a causa della sua posizione strategica sulle vie principale del commercio, è da sempre fonte di inestimabile guadagno per chi se ne fosse impossessato. Ogni invasore le ha imposto il suo epiteto, ma gli abitanti della città, un crogiolo di genti e popoli in perenne rinnovamento da tempi immemori, non l’hanno mai chiamata in modo preciso, considerandola tutti la propria amata casa.
La città senza nome è un fantasy sui generis, non solo per l’esotica ambientazione ma anche per i contenuti. Non vi sono animali immaginari o esseri sovrannaturali, né scontri epici tra eserciti o battaglie di magia, ma non per questo la trama è meno affascinante o coinvolgente.
La Hicks, che ha già un premio Eisner nel curriculum, senza l’utilizzo dei topoi più caratteristici del genere, riesce a intessere un intreccio estremamente suggestivo e affascinante, sviluppando un racconto in grado di catturare il lettore sin dalle prime pagine.
L’autrice canadese, supportata dai colori di Jordie Bellaire, rielabora in maniera convincente e sognante un Catai alternativo, costruito su una puntuale ricerca storica, la quale emerge sia dai testi che dai disegni. La Hicks si dimostra un’incredibile affabulatrice, oltre che una meravigliosa artista, in grado di dominare ogni elemento della sceneggiatura e della sua trasposizione in tavole; la sua graphic novel, in cui non mancano azione e chirurgici cliffhanger, è un manuale di sospensione dell'incredulità, indicato a un pubblico di tutte le età.
La favola della Citta senza nome è straordinaria e realista, intrisa di un’energia e di una forza vitale straripanti, di una sensibilità emozionante e commovente: un fumetto semplicemente irrinunciabile.
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