La città senza nome, la recensione

Abbiamo recensito per voi la trilogia fantasy La città senza nome, opera di Faith Erin Hicks

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Il cuore di pietra, copertina di Faith Erin Hicks

La città senza nome è una delle ultime proposte targate Edizioni BD, di notevole interesse non soltanto per quanto riguarda il catalogo della casa editrice milanese. L’opera ha infatti riscontrato un grande successo oltreoceano, dove è già in preparazione una serie animata.

A Lucca Comics & Games 2018, dove abbiamo intervistato la creatrice dell'opera, Faith Erin Hicks, è stato presentato il primo volume (omonimo della trilogia pubblicata negli Stati Uniti da First Second Books) e il cofanetto completo, contenente anche gli altri due brossurati, Il cuore di pietra e La terra divisa.

La cosiddetta Citta senza nome, collocata in un Estremo Oriente fantastico ispirato alla Cina del XIII Secolo, una volta abbandonata dai suoi fondatori, il misterioso Popolo del Nord, è stata obbiettivo di conquistata innumerevoli volte; a causa della sua posizione strategica sulle vie principale del commercio, è da sempre fonte di inestimabile guadagno per chi se ne fosse impossessato. Ogni invasore le ha imposto il suo epiteto, ma gli abitanti della città, un crogiolo di genti e popoli in perenne rinnovamento da tempi immemori, non l’hanno mai chiamata in modo preciso, considerandola tutti la propria amata casa.

Da tre decenni, le fiere tribù guerrieri dei Dao, riunite dal Generale di Tutte le Lame in un unico impero, governano la città con fermezza, dopo averla strappata agli odiati nemici Yisun. Kaidu, appartiene ai vincitori, mentre l'altra protagonista, Ratto, ai vinti. Nonostante ciò, tra i ragazzi si instaura quasi immediatamente un vincolo di affetto profondo, attraverso il quale affronteranno momenti drammatici, fino alla minaccia più grande: vedere cancellata da un conflitto globale il luogo in cui vivono, e a cui sono legati per motivi diversi, da un’arma antica e sconosciuta, proprio come chi l’ha creata.

La città senza nome 1, anteprima 01

La città senza nome è un fantasy sui generis, non solo per l’esotica ambientazione ma anche per i contenuti. Non vi sono animali immaginari o esseri sovrannaturali, né scontri epici tra eserciti o battaglie di magia, ma non per questo la trama è meno affascinante o coinvolgente.

La Hicks, che ha già un premio Eisner nel curriculum, senza l’utilizzo dei topoi più caratteristici del genere, riesce a intessere un intreccio estremamente suggestivo e affascinante, sviluppando un racconto in grado di catturare il lettore sin dalle prime pagine.

L’autrice canadese, supportata dai colori di Jordie Bellaire, rielabora in maniera convincente e sognante un Catai alternativo, costruito su una puntuale ricerca storica, la quale emerge sia dai testi che dai disegni. La Hicks si dimostra un’incredibile affabulatrice, oltre che una meravigliosa artista, in grado di dominare ogni elemento della sceneggiatura e della sua trasposizione in tavole; la sua graphic novel, in cui non mancano azione e chirurgici cliffhanger, è un manuale di sospensione dell'incredulità, indicato a un pubblico di tutte le età.

La favola della Citta senza nome è straordinaria e realista, intrisa di un’energia e di una forza vitale straripanti, di una sensibilità emozionante e commovente: un fumetto semplicemente irrinunciabile.

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