La casa, la recensione

Abbiamo recensito per voi La casa, recente opera di Paco Roca edita da Tunué

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Vicente, José e Carla sono tre fratelli che fanno ritorno alla casa di campagna costruita dal loro padre, Antonio, a un anno dalla sua scomparsa. Per circa dodici mesi, la casa nella quale i tre protagonisti dell'opera avevano trascorso praticamente ogni momento libero della loro infanzia era rimasta disabitata, finendo in uno stato di abbandono facilmente immaginabile. Il motivo di questo ritorno è dovuto alla necessità di una ristrutturazione sommaria dell'edificio nell'ottica di una futura vendita. Questo "ritorno a casa" di Vicente, José e Carla (assieme alle loro famiglie) sarà l'occasione per compiere un viaggio nel passato e ricordare, così da poter riuscire davvero a lasciare andare chi si è perduto.

Inutile perdersi in inutili preamboli, La casa, recente opera del fumettista spagnolo Paco Roca, è un'opera splendida, che porta con sé un incredibile bagaglio di umanità in grado di togliere il fiato, specie al lettore che ha conosciuto, suo malgrado, un dolore così unico e difficilmente definibile come è quello di aver perduto una persona cara, con la quale si è condivisa buona parte della propria vita. Proprio questa premessa è il seme che, piantatosi nel cuore e nell'anima dell'autore valenciano, ha dato vita a questo racconto: Paco Roca ha infatti realizzato La casa per raccontare della perdita del proprio padre, e, grazie a quel complesso meccanismo che consente a un artista capace di metabolizzare il proprio lutto facendo quello che sa fare meglio, il risultato è spiazzante, nel senso più positivo del termine.

In questo racconto, Roca riesce a raccontare qualcosa di così personale, ma allo stesso tempo universale, con grande semplicità ed efficacia, carpendo immediatamente l'interesse del lettore, sin dalle prime pagine, per poi tessere un filo emotivo che si lega indissolubilmente al cuore di quest'ultimo, e le cui tracce permangono "rumorose" nell'intimo silenzio che accompagna inevitabilmente la fine di ogni (bella) storia. Proprio il silenzio è una delle armi più precise e penetranti de La casa, il cui storytelling, magistrale, gioca in maniera intelligente con le immagini, piuttosto che con i balloon che le accompagnano. La narrazione si muove con fluidità tra presente e passato, che in questo caso si intrecciano strettamente: del resto, quando è il tema della memoria quello cardine di un'opera, non potrebbe essere diversamente. Sempre la narrazione si dimostra di grande respiro e fornisce più prospettive su quello che è di fatto un semplice e umano spaccato di vita, composto da quei momenti che rimangono impressi nel tempo: il punto di vista dal quale ci viene presentato il racconto è infatti triplice, uno per ciascuno dei tre fratelli protagonisti, mentre dall'inizio alla fine il lettore è spettatore invisibile e silenzioso.

Dal punto di vista grafico, Roca riesce a rappresentare questa storia con il suo consueto tratto, pulito, raffinato ed essenziale, concentrandosi moltissimo sui dettagli, talvolta quasi impercettibili, che caricano il racconto di un funzionale simbolismo. Anche il colore, in questo caso, è uno dei cardini dell'opera: le scelte cromatiche dell'autore non sono mai casuali, ma servono a imprimere maggiore sentimento a ogni pagina de La casa.

In conclusione, questo libro rappresenta uno dei punti più alti di sempre della produzione di Paco Roca, proprio perché una delle opere più partecipate e intime di un autore che ha fatto della propria vita una fonte quasi inesauribile di fumetti che vanno letti (almeno) una volta nella vita. La casa è a tutti gli effetti un "ritorno a casa" dopo un viaggio chiamato vita, cosa che porta con sé un bagaglio di immagini, rumori, odori, esperienze e ricordi che definiscono l'esistenza di ogni essere umano

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