La casa di carta (stagione 5, seconda parte): la recensione (finale di serie)
La casa di carta è arrivata al suo epilogo e gli ultimi cinque episodi propongono un mix di amori, azione e situazioni portate all'estremo che riesce a intrattenere gli spettatori
La casa di carta arriva all'epilogo della storia con la seconda parte della quinta stagione che riprende la narrazione dal momento drammatico in cui si era fermata per proporre un crescendo di azione ed emozioni.
La storia si era interrotta in modo "esplosivo" con l'uscita di scena di Tokyo (Úrsula Corberó) che, come prevedibile, ha un grande impatto emotivo su tutti i suoi amici e sul Professore (Álvaro Morte) che si lascia andare alla disperazione e rischia di perdere il controllo su Alicia Sierra (Najwa Nimri), con cui sembra nascere un'inaspettata e complicata alleanza.
Nonostante la vita di tutti sia a rischio e la posta in gioco sia davvero altissima, all'interno della Banca di Spagna c'è inspiegabilmente posto per situazioni da soap opera, amori, momenti musicali sulle note dell'ormai immancabile Bella Ciao e svolte inaspettate in stile Rambo con al centro Arteche (Jennifer Miranda).
Il Professore è ovviamente alle prese con una fuga che lo mette a dura prova a livello emotivo e razionale, dovendo prendere delle scelte difficili che lo portano a compiere un errore davvero al limite del surreale.
I flashback continuano ad approfondire la storia di Berlino (Pedro Alonso), finalmente spiegando il motivo per cui si è allontanato dal figlio Rafael (Patrick Criado) e dando spessore alle motivazioni che lo hanno portato a ideare il piano di rapinare la Zecca di Stato insieme al fratello.
La sceneggiatura delle ultime cinque puntate è costruita su cliffhanger ad hoc posizionati al termine dei singoli capitoli della storia che mantengono alta la tensione proprio fino alle ultime battute.
Lascia invece un po' di perplessità l'inutile, e piuttosto ridicola, parentesi sentimentale dedicata a Denver (Jaime Lorente) e Stoccolma (Esther Acebo), e lo show di Netflix fatica realmente a ingranare quando si dà spazio a momenti più da soap che da thriller.
LEGGI:La Casa di Carta: arriva il remake coreano con Park Hae-soo di Squid Game nei panni di Berlino
LEGGI: La Casa di Carta avrà uno spinoff con protagonista Berlino, in arrivo su Netflix nel 2023
La casa di carta, nella parte conclusiva della storia, sfrutta lo scontro tra sentimenti e ragione per far proseguire la trama attraverso un intreccio in cui le debolezze umane legate ai propri sentimenti, come l'amore e i legami di amicizia, possono mettere in crisi anche un piano studiato fin nei minimi dettagli dal punto di vista razionale. Sacrificando forse un po' troppo, almeno nelle prime puntate, le dinamiche di gruppo che avevano dato forza alle prime stagioni, la serie spagnola saluta i suoi fan con un epilogo che inizia purtroppo a convincere di più negli ultimi due episodi in cui il ritmo ritorna concitato e tra talpe, militari infiltrati, inseguimenti, tradimenti e ricordi a passo di danza come valvole di sfogo si arriva a un finale che, inevitabilmente, sembra destinato a lasciare un po' insoddisfatti gli spettatori che si erano appassionati alla serie nelle prime stagioni, più curate e meno portate all'estremo per quanto riguarda le situazioni e i sentimenti.
La casa di carta ha comunque il merito di essere in grado di intrattenere e non annoiare fino agli ultimi minuti del racconto, riuscendo così a uscire di scena lasciando la voglia di scoprire cosa verrà rivelato nello spinoff in arrivo nel 2023.