La casa di carta (stagione 5, prima parte): la recensione

La quinta e ultima stagione di La casa di carta era stata presentata come una guerra totale, e quella promessa è stata mantenuta

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La casa di carta (stagione 5, prima parte): la recensione

La quinta e ultima stagione di La casa di carta era stata presentata come una guerra totale, e quella promessa è stata mantenuta. I cinque episodi che compongono la prima metà della stagione finale sono una sparatoria ininterrotta e sempre più esagerata. In mezzo a questo minestrone di pallottole galleggiano quelli che fan e detrattori della serie spagnola riconosceranno come gli elementi classici della serie tv. La retorica da guerriglia, i toni enfatici, i flashback riempitivi, il vago piglio rivoluzionario contro le istituzioni cattive e sciocche. Tutto questo, però, in una vicenda sempre più statica e sempre meno legata ad un intreccio riconoscibile.

Prosegue la rapina alla Banca di Stato spagnola. Rio, Tokyo, Denver, Helnsinki e gli altri rapinatori in tuta rossa continuano a tenere testa alle istituzioni e alle forze dell'ordine, ma la situazione è ormai precipitata nel caos più totale. Ormai con le spalle al muro, le figure che manovrano le operazioni all'esterno della banca non si fanno più problemi ad usare qualsiasi mezzo. Non che il senso morale fosse mai stato un ostacolo per queste persone, impegnate solo a salvare la faccia e il denaro. Il Professore stesso ha i suoi bei grattacapi, dopo che l'agente Alicia Sierra è riuscita a trovare il suo nascondiglio.

Arrivato alla quinta stagione, lo show spagnolo non ha più niente da dire né sui suoi personaggi né sulla sua ambientazione. Invece, si trova nella condizione difficile di dover continuare a raccontare un'evoluzione dei caratteri che non trova né spazio né motivi, ma che comunque deve sempre aggiungere qualcosa. Lo fa attraverso dei flashback inutili su Berlino, che servono a continuare a mostrare Pedro Alonso nella serie, ma anche sul passato di Tokyo, che dovrebbero sostenere la svolta finale, ma a questo punto non aggiungono nulla. Né ha più alcun fascino il meccanismo della rapina, ora che tutti gli schemi sono saltati e si procede solo per inerzia.

È una stagione action che rappresenta il climax ideale di questa trilogia di stagioni arrivate su Netflix, che di fatto sono state un sequel di quelle spagnole. Come detto, questa quinta stagione finora è davvero solo una sparatoria continua, sempre più esagerata e grossolana. La scrittura racconta i protagonisti solo attraverso un vago senso di cameratismo e fratellanza, mentre dall'altra parte opera il male in tutte le sue forme. Ma rimane sempre da chiedersi, come da anni a questa parte, quale sia il senso finale del grido di "libertà" di questi rapinatori martiri.

Le notizie su La casa di carta 5 sono nella nostra scheda della serie. 

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