La banda dei Babbi Natale - La recensione

Un gruppo di amici vestiti da Babbo Natale viene scambiato per una banda di ladri e portato in questura. Il film di Aldo, Giovanni e Giacomo è meno peggio del previsto, ma a tratti veramente soporifero...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo La banda dei babbi natale
RegiaPaolo GenoveseCastAldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Angela Finocchiaro, Giorgio Colangeli, Cochi Ponzoni
Uscita17-12-2010  

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Considerando le mie (scarsissime) attese per questa pellicola, alla fine poteva anche andare peggio. Certo, la noia in certi momenti è tanta, ma in altri qualche risata scappa.

Sicuramente, il film funziona bene quando vira verso la follia più surreale, magari con momenti di (finta, ma esilarante) violenza su persone e animali (à la Farrelly Brothers, per intenderci). Magari l'originalità non è altissima (di idee nuove è proprio difficile parlare), ma comunque non c'è da lamentarsi. Peccato che tutto questo sia solo una componente ridotta della pellicola, che in generale preferisce orientarsi verso situazioni e momenti molto più contenuti, come se volesse evitare di prendersi troppi rischi e irritare qualcuno.

Per il resto, si prova anche a far ridere con il citazionismo. Ma se almeno il riferimento a Il grande Lebowski viene bene, vedere presi in giro Matrix e Le iene nel 2010 forse non è il massimo della vita. Poi, ovviamente, non può mancare la solita sciatteria di queste commedie, che sono poco interessate a raffigurare la realtà che li circonda in maniera minimamente credibile (questure elegantissime, tanto per dirne una).

E qui subentra un altro difetto della pellicola. Se tenti di fare la variante comica de I soliti sospetti, mantenendo per tutta la pellicola il segreto sul perché questi tre uomini si sono ritrovati a essere sospettati di furto, allora la rivelazione finale deve essere sorprendente/avvincente, non certo la conclusione moscia e scontata che si è scelto.

Di sicuro, non c'è dubbio che il migliore sia, come solito, Aldo, in grado di suscitare le risate più convinte (anche se non tantissimo) da parte del pubblico. Va però detto che il regista, Paolo Genovese, a tratti indulge fin troppo sul suo volto e i suoi monologhi. Sul versante negativo, si conferma invece che Giacomo non è esattamente bravo come Marlon Brando e considerando che avrebbe il ruolo più delicato, il problema si nota parecchio.

Peccato che i realizzatori (compreso il trio comico) decida a un certo punto di lasciare in disparte il personaggio di Angela Finocchiaro e dell'agente che l'assiste, che fino a quel momento avevano funzionato alla grande (detta tutta, forse anche troppo rispetto al terzetto di testa e a pensar male...). Così come alcune figure di contorno potevano essere sfruttate maggiormente. E' un peccato, così come la scelta di staccare continuamente dal presente in questura al passato prossimo per capire cosa è avvenuto.

Insomma, facendo i conti, il responso finale non può che essere: bicchiere un quarto pieno. Decidete voi se è sufficiente a soddisfare la vostra sete...

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