L’era glaciale 2 – il disgelo

Sid il bradipo, Manny il mammuth e Diego la tigre scoprono che la loro valle sta per essere sommersa dal disgelo e cercano di salvarsi abbandonando il luogo. Secondo episodio delle avventure degli animali preistorici. Carino, ma l’originale era decisamente superiore...

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L’era glaciale 2 era sicuramente uno dei film più attesi dell’anno. Non erano solo i notevoli risultati del primo episodio a incuriosire, ma anche il divertimento suscitato dalle avventure originali di Sid, Tommy e Diego. Per una volta, eravamo di fronte ad un cartone esilarante, ma che non cercava di apparire eccessivamente sofisticato e pieno di citazioni evidenti (Shrek, anyone?). Sarebbero riusciti i realizzatori a mantenere la stessa freschezza, inserendo magari dei personaggi nuovi all’altezza? O la dura legge dei sequel avrebbe colpito anche questa volta?
La risposta non può che essere dorotea, visto l’andamento altalenante di molti elementi della pellicola. Il film è sicuramente gradevole (a tratti anche molto), ma il primo era decisamente un’altra cosa.

L’inizio, in questo senso, è molto chiaro. La gag del nostro scoiattolo preferito, che cerca in tutti i modi di salvare la sua preziosa ghianda, è come solito esilarante. Ma avevamo già visto la stessa scena in un trailer, cosa che capiterà nuovamente in un momento successivo della pellicola. E proprio le avventure dello scoiattolo sono la croce e delizia del film. E’ impossibile infatti non rimanere conquistati e sorridere di fronte alla sua sfortuna. Ma l’idea di alternare le vicende del gruppo principale (formate dal trio di amici) a quelle del simpatico roditore questa volta non funziona benissimo. Il fatto è che questo secondo episodio ha un inizio molto cupo, non solo per il disgelo che rischia di provocare una strage, ma anche per le difficoltà personali di Manny, che pensa di essere ormai rimasto l’ultimo esemplare della sua specie. Ecco quindi che spezzare la tensione della vicenda con gli inserti più spassosi dello scoiattolo rischia di smorzare la forza della storia principale.

Qualcosa del genere avviene anche con un paio di numeri di musical. Nonostante siano molto carini, non solo sono dei momenti abbastanza isolati dal contesto (la pellicola non è certo un musical e se dieci momenti di questo tipo permettono di inquadrare il film in un genere che può piacere o meno, due sono semplicemente estemporanei), ma anche troppo allegri per la situazione (penso soprattutto alla canzone degli avvoltoi). E, purtroppo, c’è da dire che il ritmo della prima è molto più coinvolgente rispetto al seguito. La prima mezz’ora è infatti decisamente superiore, con alcune idee ottime (come la scena in cui dei cuccioli di animali mettono in crisi Manny, in quello che sembra quasi un briefing di sceneggiatura).

Per il resto, non mancano delle citazioni più o meno riuscite (Mission Impossible 2, Lo squalo, Blues Brothers sono tra i titoli inseriti nell’operazione), ma è evidente che il punto di riferimento principale è Will Coyote, non solo per alcune scene con lo scoiattolo, che ricordano decisamente il ‘tragico’ avversario di Bip Bip, ma anche per alcuni paesaggi particolarmente spigolosi (tutta la scene con il branco in bilico sulle rocce), che fanno tornare in mente i particolari ambienti di Chuck Jones.
Per una volta, poi, non ci si può lamentare del doppiaggio. Se Pino Insegno, Claudio Bisio e Leo Gullotta erano una garanzia, Roberta Lanfranchi (forse quella su cui si avevano i maggiori dubbi) se la cava degnamente. Lascia invece un po’ perplesso l’accento stralunato di Lee Ryan (sono curioso di sapere se anche l’opossum originale parlava in maniera particolare), ma non siamo comunque al livello pietoso di Omar Sharif ne Le cronache di Narnia.

Peccato che il finale sia un po’ troppo tirato via, peraltro con il chiaro intento di lanciare il terzo episodio (che, visti i risultati, è ormai una certezza). Tutto sta a vedere se i realizzatori saranno in grado di aggiungere delle novità interessanti (i personaggi originali in questo episodio non sono eccezionali) o se punteranno sul sicuro senza rischiare troppo. Ovviamente, facciamo il tifo per la prima ipotesi…

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