Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone (stagione 1) - la recensione
Kung Fu Panda: il cavaliere dragone è un ottimo prodotto per i più piccoli, ma alcune disattenzioni faranno storcere il naso ai fan di Po
Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone la recensione in anteprima della prima stagione, disponibile su Netflix dal 14 luglio.
La trama di Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone
Innanzitutto qualche chiarimento cronologico: in questa prima stagione viene fatto riferimento a molti degli eventi della trilogia cinematografica, ma non vengono menzionate le vicende delle due stagioni di Zampe del Destino. Sembra quindi che il passato da maestro di Po nel villaggio dei Panda non sia da ritenersi canonico.
Klaus e Veruca, due donnole dotate di poteri magici, vogliono infatti mettere le mani su un prezioso artefatto, un guanto capace di cambiare gli equilibri di potere del mondo. Tentando invano di fermarli, Po causerà un disastro irrimediabile, perdendo anche il titolo di Guerriero Dragone. Intenzionato a riprendere il proprio onore, il panda unirà le forze con Lama Errante, un'orsa al servizio della regina d'Inghilterra all'inseguimento dei due mascalzoni.
Il viaggio dei due diventerà il classico racconto di conoscenza, dove due individui completamente diversi riescono a imparare il meglio l'uno dall'altro. Nel corso degli undici episodi, i due si troveranno di fronte diverse sfide e impareranno sempre di più sul proprio partner, con qualche colpo di scena anche inaspettato. Un ottimo messaggio e prodotto per i più piccoli, aiutato dall'incredibile verve di un Jack Black sempre in forma. Buona anche l'edizione italiana, grazie a Gianfranco Miranda, voce del panda (e direttore del doppiaggio) anche nelle altre serie tv del franchise.
Ottimo per i più piccoli
Quello però che emerge alla fine di questa prima stagione (che avrà sicuramente un seguito), è proprio il target a cui mira. A differenza della trilogia cinematografica, pensata anche per un pubblico più maturo, è evidente come questa serie cerchi la continuità solo in parte. Come dicevo in apertura, infatti, Il Cavaliere Dragone offre molte citazioni dai film, ma si perde in piccoli dettagli di world building che fanno indispettire i fan di Po. Durante questa prima stagione non viene mai data una spiegazione al trasferimento del protagonista o all'assenza dallo schermo di personaggi fondamentali come i cinque cicloni o la famiglia panda ritrovata nel terzo film. Sembra che tutto quello fatto nei film sia successo e al tempo stesso non sia importante, tant'è che Shifu e Oogway vengono menzionati solamente durante un discorso sugli insegnamenti. Bastava molto poco per giustificare l'assenza dalla serie degli altri protagonisti dei lungometraggi, anche perché il prodotto viene spacciato come diretto sequel del terzo capitolo cinematografico. Nutro profondi dubbi che se prima o poi il tanto vociferato quarto capitolo dovesse uscire, il cast cambierà di netto rispetto al film del 2016.
Si tratta però di un dettaglio che noto io, telespettatore forse troppo cresciuto per il target di Kung Fu Panda: Il Cavaliere Dragone: non so quanto peso possa dare un bambino all'assenza di Tigre e degli altri cicloni, dato il buon intrattenimento tra risate e azione offerto dalla serie di Dreamworks Animation. Gli stessi bambini probabilmente non noteranno neanche la CGI a prezzo budget, molto lontana dai prodotti cinematografici dell'azienda. Il pubblico di riferimento delle nuove avventure di Po però, sono sicuro resterà soddisfatto dal racconto, imparando ad apprezzare i nuovi personaggi e riscoprendo le qualità del mai dimenticato guerriero dragone.