Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone (stagione 2) – la recensione

La stagione 2 di Kung Fu Panda: il Cavaliere Dragone è un piacevole intrattenimento, pensato per lo più per un pubblico più giovane

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Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone la recensione della stagione 2, disponibile su Netflix dal 12 gennaio.

A sei mesi di distanza dal debutto su Netflix, Kung Fu Panda: Il Cavaliere Dragone irrompe nelle prime settimane di gennaio con una rocambolesca stagione 2. Nel mezzo l'annuncio ufficiale del quarto film, dato lo scorso agosto tramite i profili ufficiali Dreamworks, e previsto per marzo 2024.

Ma prima, Po dovrà concludere il suo tour mondiale alla ricerca delle armi leggendarie, cercando di impedire che Veruca e suo fratello Klaus distruggano il mondo. Come accaduto a luglio, anche questa stagione 2 è un piacevole intrattenimento, pensato per lo più per un pubblico più giovane.

La trama di Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone stagione 2

Avevamo lasciato Po, Lama, Ping e l'anziana Rukhmini in partenza per il vecchio continente, dopo essersi lasciati sfuggire Veruca e Klaus al termine della stagione 1. In questi nuovi undici episodi, la neonata squadra di guerrieri dovrà recuperare le altre armi leggendarie, conoscendone nuovi segreti e soprattutto allontanandosi sempre di più dalla Cina.

La trama orizzontale de Il Cavaliere Dragone si concentra sull'intesa tra Po e Lama, ormai più uniti di prima dopo gli eventi del finale di stagione. L'ex guerriero Kung fu è il solito panda pasticcione e ottimista, capace di fidarsi anche di individui poco raccomandabili e soprattutto di vedere il buono in chiunque. I nuovi personaggi trovano tutti i lloro modo di brillare: da Lama, che si lascia finalmente andare ed è meno rigorosa, alla crudele Veruca, sempre più corrotta dal potere delle armi. Interessante come ogni singolo personaggio compia un percorso dell'eroe diverso da quello di Po, ma allo stesso modo convincente.

Anche in questa seconda stagione, Po e di conseguenza la performance vocale di Jack Black (doppiato nuovamente da Gianfranco Miranda) è il motivo principale per cui sedersi sul divano e godersi la serie tv. Anche questa volta, il doppio episodio finale lascia aperto a una terza (e probabilmente ultima) parte.

Scelta particolare quella di aggiungere un episodio speciale in coda, dalla durata doppia e dedicato al capodanno cinese. Una corto a tutti gl ieffetti in cui Po racconta il primo capodanno lunare riutilizzando tutti i volti noti delle due stagioni. Un'extra piacevole ma che smonta irrimediabilmente il finale aperto della stagione.

Intrattenimento giocoso

L'unico problema generale della serie tv è che è pensata solamente per un pubblico molto giovane, a differenza di quanto fatto dai tre film. Come detto anche lo scorso luglio, Il Cavaliere dragone si muove in un limbo tra citazioni dei film e negazione degli stessi, non nominando mai i cinque cicloni (sebbene ci sia un easter egg dedicato a Tigre) o cosa ha costretto Ping e Po ad abbandonare il palazzo di Giada. Non è chiaro se la serie avrà ripercussioni sul quarto film e per il momento tutto rimane molto fumoso. Già con la prossima stagione il team di sceneggiatori sembra però che voglia dare ulteriori risposte sul passato di Ping. Si tratta a ogni modo di un problema riscontrabile solo da uno spettatore adulto, e che agli occhi di un bambino crolla come un castello di carte.

Lato tecnico, parlando della CGI, nonostante il leggero miglioramento rispetto alla stagione 1, la modellazione è ancora molto lontana dai prodotti cinematografici Dreamworks. Abbiamo però apprezzato l'utilizzo di una tecnica mista 2D per narrare le diverse leggende a cui vanno incontro Po e i suoi compagni di avventura.

In definitiva questa stagione 2 di Kung Fu Panda: Il Cavaliere Dragone è più compatta rispetto alla precedente, ed è capace di divertire i più piccoli grazie a numerosi scontri di kung fu e magia. Una serie tv che purtroppo è pensata solamente per un pubblico giovane, e non per gli amanti dell'animazione in generale.

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