Kung Fu Panda 2 - La recensione
Cambio di regia, cambio di tono e di tipo di storia: il secondo film del Panda che fa Kung Fu è forse meno divertente del primo ma decisamente più raffinato...
C'è una cosa che viene in mente vedendo la sequenza iniziale di Kung Fu Panda 2, realizzata in 2D e con uno stile particolare che guarda ai giochi d'ombre delle marionette cinesi, ed è come mai non lascino dirigere tutto un film a chi si occupa di realizzare queste piccole perle.
Se già Kung Fu Panda era molto influenzato dall'estetica e dal modo di fare cinema orientale, questo seguito, tutto centrato sullo scontro tra età antica e arrivo dell'era industriale, con i cannoni e la polvere da sparo a minacciare la supremazia del Kung Fu (geniale a tal proposito la reazione di Po: "Ma come? L'ho appena imparato!"), spinge sull'accelleratore da quel versante e più che cercare di replicare il grande divertimento del primo sembra guardare al mix di comicità e azione dei film di Jackie Chan.
Tutto sempre con un'idea e una capacità di dipingere movimenti in armonia, composizioni di colori ed evoluzioni che è superiore alla media.
Certo c'è sempre la voce di Fabio Volo a doppiare Po e l'umorismo verbale non è al livello del primo film, dunque si può facilmente restare delusi se si cerca la replica del medesimo tipo di intrattenimento, perchè Kung Fu Panda 2 batte un'altra strada.
Questo secondo episodiosegue il suo predecessore ma non lo prosegue, non lo allunga nè lo imita, pur avendo i medesimi personaggi. Anzi, un character design decisamente migliore, la scelta di mostrare i ricordi in due dimensioni, l'opposizione di un nemico non fisico ma politico e una dinamica di racconto organizzata intorno ad un'unica grande corsa sono elementi che dimostrano come l'idea sia quella di distaccarsene da tanti punti vista...