Krazy Kahlo, la recensione
Abbiamo recensito per voi Krazy Kahlo, graphic novel di Marco Corona pubblicata da 001 Edizioni
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.
Sposatasi con il pittore e muralista Diego Rivera, uomo dall’indole fedifraga, deve vedersela con i continui tradimenti e con la conseguente frustrazione che deforma la sua idea di amore. Prima e dopo questi episodi così determinanti per la sua creatività, una vita caparbia condotta in costante lotta, frequentando personalità di spicco del mondo dell’Arte e della Letteratura, la volontà di rendere tutto normale nonostante l’enorme difficoltà dettata dalla sua condizione e una determinazione impassibile alle sofferenze patite.
Se tu sapessi com’è terribile raggiungere tutta la conoscenza all’improvviso… come se un lampo illuminasse la Terra! Ora vivo in un pianeta di dolore trasparente come il ghiaccio. È come se avessi imparato tutto in una volta, in pochi secondi.
La rivoluzione è l’armonia della forma e del colore e tutto esiste, e si muove, sotto una sola legge: la vita.
Ricorrendo a soluzioni espressionistiche e a un immaginario grafico ereditato da Krazy Kat, di George Herriman, Corona rende il suo stile più grezzo, spigoloso e graffiato, come se la sua mano fosse guidata da quella sofferenza che ben conosce. La rigida schematicità originaria - che pure si lascia andare a soluzioni artistiche surrealiste - viene sostituita da un fluire onirico e visionario con cui dar libero sfogo alla parte più intima e vera del personaggio pubblico Kahlo.
Lo stridore tra i due blocchi è forte: l'autore sposta l'attenzione dal semplice susseguirsi di eventi noti a un ambito più personale. Nell'operare questo cambiamento di visuale, Corona preferisce sperimentare nuove forme di linguaggio - tanto nella scrittura quanto nel disegno - figlie di un percorso di maturazione artistica notevole. Si percepisce il cambiamento, la voglia di chiudere un cerchio con un personaggio cui l'autore si sente legato e di omaggiare non solo Frida, ma anche il suo dolore.
Krazy Kahlo è un viaggio in due parti nella vita dell'artista: l’approccio più logico alla narrazione permette di conoscere la vita della pittrice messicana, costellata situazioni da soap opera tragicomiche; ma non è in quelle pagine che troverete la vera Frida. È tra i solchi di quei sogni e quegli incubi iniziali che si nasconde la sua anima, il segreto che si cela dietro a un successo raccolto solo dopo la morte. Un fluire drammatico in cui solo l'assenza riesce a placare la frustrazione per una condizione indegna a cotanto genio.