Knights and Bikes è una delicata favola di formazione per ragazzi e adulti - Recensione

Knights and Bikes è un titolo che scorre via fluido e fresco come una corsa in bici e riesce a raccontare con una freschezza coinvolgente il mondo visto dai più piccoli che poi così piccoli non sono

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Knights and Bikes: la recensione

È difficile raccontare l’amicizia attraverso il gameplay, lo è ancora di più farlo nel contesto di una storia di formazione. Gli esempi non mancano, da Life is Strange, passando per Oxenfree e Crossing Souls, eppure Knights and Bikes è davvero unico nel suo genere, perché filtra il mondo attraverso gli occhi di due bambine, lo trasforma in un libro di storie della buonanotte senza mai però perdere di vista la realtà e il suo carico di disillusione continua. Il gioco di esordio del duo Foam Sword, composto da Rex Crowle e Moo Yu, ex Media Molecule, racconta la vicenda di Demelza e Nessa, due ragazzine diverse ma simili, che riconfigurano il mondo attraverso la lente del realismo magico per trovare uno spazio tutto per loro, perché se è vero che i problemi non puoi evitarli, almeno puoi costruirci una storia per affrontarli e, magari, risolverli. Demelza, la più piccola, nata e cresciuta su Penfurzy Island (un’isoletta fittizia ispirata a quelle della Cornovaglia), ha perso da poco la mamma e si rifugia nelle storie per trovare un senso al vuoto della sua vita, Nessa, invece, finisce sull’isola per caso, o forse per destino; sola e aggressiva, diventa il braccio armato della crescita di Demelza. Insieme, a bordo delle loro BMX modificabili in pieno stile anni ’80, diventano il pericolosissimo Penfurzy Rebel Bicycle Club e vivono un’avventura indimenticabile e onirica, di quelle che ti riconsegnano alla realtà diverse, più consapevoli.

Knights & Bikes è, dunque, una storia di formazione in piena regola, che mette insieme l’iconografia anni ’80, la voglia di giocare fuori casa e immaginare un mondo diverso, e lo stile magico da libro delle fiabe di Tearaway, o di un qualsiasi volume pop-up. Si tratta di un’avventura narrativa che unisce esplorazione, puzzle ambientali e combattimenti, il tutto con uno stile da gioco d’azione rilassato e allegro. Le due ragazzine, oltre alla bicicletta (fondamentale per esplorare l’isola) hanno a disposizione un’oca (!!) che funziona da mappa intelligente, e alcune abilità specifiche che si sbloccano durante l’avventura e permettono loro di affrontare la terribile maledizione che incombe sull’isola di Penfurzy.

[caption id="attachment_199367" align="aligncenter" width="1920"]Knights and Bikes screenshot Le due amiche si muovono soprattutto in sella alle loro bici, sulle quali si sfidano anche in corse all'ultimo colpo di pedale[/caption]

L’aspetto più importante del gioco è la complementarietà delle protagoniste e delle loro abilità, che solo collaborando possono proseguire con successo. La reciprocità, il bisogno dell’altro e la voglia di condividere sono i temi principali del racconto e vengono espressi non solo dalla vicenda principale, ma anche e soprattutto dai giochi che si inventano le due nel bel mezzo dell’avventura. Si tratta delle classiche competizioni che si fanno tra ragazzini, senza senso, non per determinare un vincitore, ma per affermare se stessi, crescere insieme. Per questo motivo Knights & Bikes dà il meglio di sé giocato in modalità cooperativa e, di conseguenza, la parte più genuina e spontanea ci perde un po’ in solitaria. È proprio il rapporto umano tra i giocatori che dà compimento alla storia di Nessa e Demelza e, soprattutto se giocato con una persona cara, magari un po’ più piccola, Knights and Bikes può essere davvero uno strumento per rafforzare un legame, per esplorarlo e sentirsi (ancora) più vicini.

Da soli, invece, si vive di certo una bella storia, piena di momenti brillanti, ma sulla lunga (la durata dell’avventura si attesta intorno alle 6 ore) perde un po’ di mordente perché evidentemente manca la dimensione di condivisione, e scegliere chi far vincere tra Nessa e Demelza in una corsa di biciclette non è il punto focale delle sfide tra le due protagoniste. Detto ciò, per quanto ci sia una netta differenza di percezione in base alle modalità con cui lo si gioca, Knights and Bikes ha il merito di trasmettere tutta la costruzione del rapporto tra le due protagoniste attraverso il gameplay. Se Nessa, per esempio, può spegnere il fuoco lanciando bombe d’acqua, Demelza può attivare gli oggetti a distanza scagliando il suo sturalavandini. A volte l’uso dei poteri non è neanche così lineare, per cui bisogna alternare le due protagoniste (o sfruttarle in sincronia) e trovare un modo per superare gli ostacoli. D’altra parte, la continua rinegoziazione dei ruoli tra le persone, soprattutto in fase di crescita, rappresenta proprio la dinamica principale attraverso cui si forma la personalità, e il modo limpido e cristallino con cui Foam Sword lo riesce a rendere “giocabile” risulta davvero originale. Per questo motivo i momenti di interazione con il mondo e i puzzle ambientali sono quelli più riusciti, anche perché permettono spesso di sbloccare interazioni futili ma divertenti, nonché di accumulare cianfrusaglie da scambiare per personalizzare la bici. Anche in questo caso si tratta di una meccanica non utile in senso pragmatico, ma, insomma, le modifiche alle BMX sono talmente belle che è inevitabile spenderci del tempo.

[caption id="attachment_199366" align="aligncenter" width="1920"]Knights and Bikes screenshot Il mondo di gioco è estremamente ispirato e realizzato in maniera sopraffina[/caption]

Se l’esplorazione a due ruote e l’interazione ambientale regalano sempre momenti sorprendenti, nell’ottica prettamente di gameplay meno riuscite sono le sequenze di combattimento, vittime un po’ di una generica ripetitività, ma neanche valorizzate da uno stile grafico meraviglioso per illustrare le minuzie di un mondo ispiratissimo, eppure poco pratiche nel rendere la situazione leggibile con tanti nemici a schermo. Si finisce dunque per premere un po’ di tasti a caso, perché poi la sfida in sé non è neanche troppo alta. Per fortuna, però, recuperano un po’ le, poche, boss battle, che mostrano tutto l'ingegno del duo ex Media Molecule. Vista la brillantezza di alcune trovate, spiace un po’ che in generale alcuni passaggi si specchino più nella bellezza fine a se stessa rispetto all’efficacia delle soluzioni adottate, tanto da far sembrare le poche ore necessarie a completare l’avventura quasi un filo troppe.

In assoluto, però, Knights and Bikes è un titolo che scorre via fluido e fresco come una corsa in bici e riesce a raccontare con una freschezza coinvolgente il mondo visto dai più piccoli che poi così piccoli non sono. Il modo in cui Demelza, con l’aiuto di Nessa, riesce a razionalizzare la sua perdita e la necessità di andare avanti, crescere, è commovente, ed è anche un monito ai più grandi: usare la fantasia, la creatività e condividere storie con gli altri aiuta a diventare più maturi, a superare gli ostacoli, a essere persone migliori e non preclude assolutamente la consapevolezza. Knights and Bikes è una lettera di commiato nei confronti dell’infanzia, o forse solo un modo di ricordare e conservare una parte di noi che è bene non smettere mai di nutrire.

A cura di Davide Mancini

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