Kingsman: Il Cerchio d'Oro, la recensione del film
Abbiamo recensito per voi Kingsman: Il Cerchio d'Oro, secondo film ispirato al fumetto di Millar e Gibbons
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Dopo un vero e proprio film di formazione, che vedeva il personaggio di Eggsy al centro di un'opera di scoperta del proprio potenziale e di crescita personale, il secondo film cambia saggiamente impianto narrativo, mettendo la Kingsman in quanto organizzazione sotto i riflettori. Lei, sull'orlo di una crisi potenzialmente distruttiva, e la sua omologa ed alleata americana, la Statesman, composta non da gentiluomini britannici e impettiti, ma da cowboy rudi e romantici del Kentucky. Stessa abilità di combattimento, stessa capacità di fare da caricatura delle proprie tradizioni e dei luoghi comuni che ci stanno attorno.
Ci sarebbero diversi elementi interessanti da sfruttare: l'idea dell'organizzazione spionistica ridotta all'osso (come in diverse iterazioni di Mission: Impossible), il ritrovamento di un mentore perduto, la fiducia nell'omologo difficile da conquistare e da concedere. Ci sarebbero dei personaggi da riprendere, che hanno funzionato alla grande e hanno dato prova di interagire tra loro in maniera terribilmente funzionale. Ci sarebbe una nuova parodia da dare in pasto all'ilarità del pubblico, saltando l'Oceano Atlantico e concentrandosi sul contrasto fra lo stereotipo british e quello yankee. Ma tutto rimane in superficie, in Kingsman: Il Cerchio d'Oro, nulla ci trascina mai veramente dentro la storia come invece aveva fatto il primo capitolo.
Il risultato è un giocattolone di intrattenimento con poca anima, se non nei momenti in cui riesce a farsi più spiccatamente caricaturale, come nella definizione dei contorni degli esageratissimi cattivi e nell'uso del personaggio decisamente più riuscito del film. C'è infatti un Elton John a interpretare se stesso che la sceneggiatura sfrutta intelligentemente in una doppia veste: macchietta divertentissima ed elemento attivo della vicenda. Ci ha strappato e vi strapperà le risate più godute della serata.
Per il resto, Kingsman: Il Cerchio d'Oro si lascia dimenticare. Peccato, perché rischia di lasciare nell'oblio anche i volti di Eggsy ed Harry a cui ci eravamo così affezionati a sorpresa pochi anni fa, al primo adattamento del fumetto di Mark Millar e Dave Gibbons. Speriamo in un nuovo capitolo con più idee e una scrittura più coesa, che sappia farci tornare l'entusiasmo. E speriamo di rivedere Channing Tatum ballare.