The Kingdom


Un gruppo di agenti dell'FBi si reca in Arabia Saudita per indagare su un sanguinoso attentato. Pellicola 'seria' ed impegnata, ma risultato decisamente imbarazzante...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloThe KingdomRegiaPeter BergCast

Jamie Foxx, Chris Cooper, Jennifer Garner, Jason Bateman, Jeremy Piven, Danny Huston, Ashraf Barhon

 Uscita30 novembre 2007

Ultimamente, in America si parla molto dell'insuccesso di una serie di pellicole che affrontano la delicata situazione mediorientale e i conflitti in cui sono coinvolti gli Stati Uniti. Numerosi critici sono convinti che la ragione sia da ricercare nella mancanza di interesse sociale del pubblico americano, ma se invece fosse soltanto una questione di qualità cinematografica? Di Leoni per agnelli vi avevamo già parlato, descrivendone le superficiali chiacchiere da bar.

The Kingdom, per certi versi, è anche peggio. Parlerei di bluff, nel senso di pellicola che vuole fortemente esprimere un'idea, ma che si ritrova (più o meno consciamente) a rappresentare proprio certi stereotipi che in teoria dovrebbe rifiutare. Infatti, il film vorrebbe mostrare come occidentali e mussulmani, in realtà, sono molto più simili di quello che pensiamo, in particolare in diverse scene di vita familiare e nelle agghiaccianti parole finali. Ma poi, ci si rende conto che non è così. Infatti, la squadra dell'FBi arriva in Arabia Saudita perché, sostanzialmente, i tecnici locali sono degli emeriti incapaci e non sanno minimamente fare delle indagini. Ora, se la pellicola avesse voluto suggerirci che le autorità saudite ogni tanto chiudono un occhio su certi attentati, se ne sarebbe potuto discutere (ma, in un caso così grave, è impossibile pensarlo). Purtroppo, l'idea è che una delle nazioni più ricche della terra e che è al centro di numerose azioni terroriste, abbia un'organizzazione ridicola contro questi criminali.

Verrebbe da pensare ad un razzismo strisciante, ma in realtà, è probabile che le regioni di questa scelta vadano ricercate altrove, soprattutto nel tono demenziale degli agenti dell'FBI. Infatti, se Jamie Foxx costruisce un personaggio interessante e profondo, gli altri risultano delle macchiette, sempre pronte a scherzare nei momenti meno opportuni, come degli americani spacconi fastidiosissimi. Così facendo, si spreca anche un talento immenso come Chris Copper, costretto a interpretare un cinico sarcastico per tutto il film. E sul sospetto che la presunta pellicola 'seria' mirasse ad un pubblico ampio (traguardo per fortuna non raggiunto), arriva un'interminabile serie di scene d'azione nel finale, con scontri automobilistici, sparatorie e quant'altro.

Insomma, un fumettone come se ne vedavano tanti negli anni ottanta. Solo che lì era sostanzialmente un gioco, qui è il nostro drammatico presente in ballo...

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