Killing Eve 4x07, "Making dead things look nice": la recensione
Il penultimo episodio di Killing Eve anticipa, con scelte incoerenti e macchinose, un finale che non potrà risollevare il declino della serie
Making dead things look nice non è che l'ennesima riprova di un declino già palesatosi da tempo, declino che sta riducendo la serie tratta dai romanzi di Luke Jennings a una traballante parodia di se stessa. Nell'episodio, vigilia di un finale che prevediamo essere fiacco e sconclusionato, i difetti dello show passano in rassegna quasi come fosse uno showreel al negativo. Tra archi narrativi conclusi in sordina e personaggi che seguono schemi incoerenti, Killing Eve sembra riservare il peggio alla parte finale del suo percorso.
Nuovi (inutili) volti
Guardando la puntata, ciò che colpisce maggiormente è il pessimo uso che questa stagione ha fatto delle proprie new entry. Gunn (Marie-Sophie Ferdane) è solo l'ultima di una lunga schiera di personaggi creati solo per far procedere la trama in una determinata direzione; un uso macchinoso che va a innegabile detrimento di qualsivoglia profondità psicologica. A Pam (Anjana Vassan) non è riservato un destino migliore: se il suo ruolo all'interno della storia ci era finora sfuggito, in Making dead things look nice esso diviene squallidamente chiaro.
Un dozzinale addio
Fa male distaccarsi da Konstantin, sarebbe folle negarlo; fa ancora più male farlo in una scena mediocre, priva di mordente sentimentale e di quella raffinatezza estetica che ha sempre caratterizzato Killing Eve. La sua morte avviene per mano di un personaggio che non abbiamo avuto tempo d'imparare ad amare, per motivi spogliati di qualsiasi interesse dal momento della scomparsa di Hélène. È una dipartita mesta e dozzinale, che lascia in bocca l'amaro non tanto per la perdita di uno dei migliori personaggi della serie, ma per le scialbe emozioni che questa perdita porta con sé.
Mentre Carolyn (Fiona Shaw) si prepara ad affrontare la propria sorte, non possiamo che domandarci perché Killing Eve abbia così poco a cuore i suoi protagonisti. Non paga di aver ridotto Eve e Villanelle a mine vaganti, piega alla propria svogliata scrittura anche comprimari che, finora, erano rimasti al riparo dalle sbavature più evidenti. L'impressione che abbiamo è quella di trovarci davanti a un corpo agonizzante. Inutile provare a renderlo gradevole; prolungarne la sofferenza è impresa infausta che debilita tanto la serie quanto lo spettatore.
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