Killing Eve 4x06, "Oh goodie, I'm the winner": la recensione

Il nuovo episodio di Killing Eve regala emozioni profonde e profonda perplessità di fronte alle scelte incoerenti dei suoi protagonisti

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Spoiler Alert
"Mi piace la tua fissazione per i piedi, è un tocco di classe." Nelle parole che Carolyn (Fiona Shaw) rivolge a Hélène (Camille Cottin) ravvisiamo il presagio del destino della bella francese; inevitabile che Villanelle (Jodie Comer) volesse vendicarsi di chi, per punizione o per mero orgoglio, ha commissionato la sua (quasi) esecuzione. Così, dopo cinque episodi che l'hanno vista spadroneggiare, Hélène trova la morte nella sua lussuosa stanza d'albergo a Berlino, freddata da tre pugnalate (due ai tendini dei piedi, una alla gola). Un'uscita di scena significativa, a pochi episodi dalla conclusione di Killing Eve (qui potete trovare tutte le notizie e curiosità sulla serie), collocata però in una puntata disomogenea e confusa.

Chiariamo: c'è del buono in Oh goodie, I'm the winner. E non poco. Basti pensare allo scambio tra Eve (Sandra Oh) e Villanelle dopo la medicazione della ferita di quest'ultima. Un momento di profonda connessione emotiva, che segue uno dei rari e preziosi gesti di tenerezza da parte dell'ex agente nei confronti del sicario. Certo, molto della bellezza di questa sequenza è diretta responsabilità del talento delle due attrici coinvolte; tuttavia, sarebbe ingiusto non attribuire a Killing Eve il merito di aver costruito, stagione dopo stagione, una chimica esplosiva tra le protagoniste.

È, però, troppo tardi. L'arresto di Villanelle ha segnato uno spartiacque, sancendo la rinuncia dell'assassina a qualsiasi coinvolgimento romantico con Eve. Se è mai esistito un momento in cui fosse possibile, per le due donne, conseguire un lieto fine insieme, esso appartiene ormai al passato. L'episodio ci regala quindi una consapevolezza amara, che colpisce ancor di più in rapporto al clima di generale ironia dissacrante che ha permeato la serie sin dal suo esordio.

Killing Eve 4x06

Il buono e il brutto

Ciò che stupisce maggiormente è come, dopo un momento di densità psicologica così raffinata, ci si perda rapidamente in una sequela di atti sconclusionati. Sembra quasi che Killing Eve debba rimediare forzatamente alla relativa calma della prima metà dell'episodio, costellandone il finale di scelte difficilmente decifrabili. Già la morte di Hélène avviene in modo fin troppo sbrigativo; non c'è classe nella sua esecuzione, né guizzo di godimento nello sguardo di Villanelle. Una resa dei conti fiacca, ulteriormente intorpidita dalla forzata rivelazione del bacio tra Hélène ed Eve.

Andando avanti, la situazione non migliora; il rendez-vous tra Carolyn e Lars (Ingvar Sigurdsson) viene interrotto da Eve che, nascosta tra i boschi, ha un confronto con la donna. Torna a galla il nome di Kenny e, per i fan della prima ora, anche quello del compianto Bill Pargrave (David Haig); difficile non pensare a quanta acqua sia passata sotto i ponti dalla sua dipartita, e difficile non riflettere, al contempo, su quanta di quest'acqua abbia ormai un sapore stantìo.

Dopo aver apparentemente accettato di non uccidere Lars, Eve si allontana nel bosco per ricomparire, senza ragione, pochi minuti dopo. Non è tutto: di fronte allo sguardo sconvolto di Carolyn, eco della perplessità dello spettatore, Eve preme il grilletto e assassina l'uomo. Perché lo fa? Non è dato saperlo. Cosa spera di ottenere con l'eliminazione di un membro dei Dodici che verrà prontamente rimpiazzato? Anche questo è un mistero cui, speriamo, le ultime due puntate di Killing Eve daranno risposta.

Per adesso, possiamo solo limitarci a constatare come la serie non riesca a tenere saldamente le fila della propria trama e, cosa ben peggiore, a garantire coerenza psicologica ai propri protagonisti. Duole dirlo, a fronte di momenti davvero alti come il già citato faccia a faccia tra le due eroine del racconto; a due episodi dal finale, il timore che sia troppo tardi per riprendere quota si sta inesorabilmente tramutando in certezza.

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