Killing Eve 4x03, "A rainbow in beige boots": la recensione
La nuova puntata di Killing Eve ci riporta agli antichi splendori della serie, con la promessa di un'evoluzione per le sue protagoniste
Il titolo del terzo episodio della quarta stagione di Killing Eve ne simboleggia, in un certo senso, il contenuto. Quell' "arcobaleno che indossa stivali beige" è, oltre alla giusta descrizione che Villanelle (Jodie Comer) dà dell'amata Eve (Sandra Oh), anche una perfetta descrizione della puntata. Si tratta, infatti, di un ritorno agli antichi fasti per la serie targata BBC America, seppur soffocato dal contesto di una stagione decisamente in sordina.
Una nuova Villanelle?
Sin dalle prime inquadrature della puntata è possibile intuire l'imminente "caduta" di Villanelle. Contrariamente al suo modus operandi, l'assassina in fuga non si camuffa più; sembra stanca, opaca, forse persino spaventata. La sua paura non è però causata dalla prospettiva di cadere nelle mani della polizia; è il fallimento totale della sua tentata redenzione ad atterrirla più di ogni altra cosa. Del feroce, amorale sicario che abbiamo accompagnato nel corso degli anni, non resta che l'ombra; quella che vediamo qui è una Villanelle decisa a cambiare, o a perire nel tentativo di farlo.
Una nuova Eve?
Dal canto suo, Eve è più in forma che mai. A prescindere da come proseguirà la stagione, la donna sembra qui tenere salde le redini della propria vita. Porta avanti con successo la propria caccia ai Dodici, avvicinando un'ex fidanzata di Hélène (Camille Cottin) per scoprire l'identità di un probabile membro dell'organizzazione; inoltre, riesce alfine a far ciò che avrebbe dovuto compiere - a suo dire - la prima volta che incontrò Villanelle.
È infatti sul finale che avviene una resa dei conti incruenta e, forse proprio per questo, sorprendente: sotto gli occhi scuri di Eve, la bionda assassina viene finalmente arrestata. Certo, intuiamo che questa non sarà la fine delle malefatte di Villanelle, ma per chi ha atteso questo momento per quattro anni si tratta di un autentico trionfo della ragione sulla follia. Conosciamo troppo bene le nostre protagoniste per credere che la legge possa metter fine alla loro disfunzionalissima relazione, ma è giusto goderci il sapore di un successo a lungo atteso per la nostra Eve.
Un distacco raggelante
L'arresto di Villanelle è ancor più sorprendente se andiamo ad analizzarne i dettagli; a compiere la cattura non è Eve, ma degli agenti senza nome che la strappano a una situazione in cui l'ex agente si è dimostrata totalmente al comando. Tutto, nella scena, suggerisce una presa di distanza emotiva di cui, fino a qualche tempo fa, non avremmo creduto capace la nostra tormentata paladina.
Killing Eve ci ha spesso mostrato le due protagoniste intente a farsi la guerra secondo modalità che ne riflettevano la reciproca attrazione erotica; seppur sigillo di un distacco definitivo, l'omicidio sarebbe stato di per sé un atto ben più passionale del gelido arresto che Eve predispone per Villanelle. La fredda gabbia della legge interviene a ristabilire uno spazio tra le due donne; dal punto di vista di Villanelle, la morte sarebbe stata forse una prospettiva migliore di questa algida presa di posizione da parte della sua amata.
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